Andrea Tornielli
da Roma
Troppo spesso nella Chiesa «si pensa che lefficacia missionaria» dipenda «da unattenta programmazione» e non dall«iniziativa» di Dio e del suo Spirito. Lo ha detto ieri mattina Papa Ratzinger, nellomelia della Messa di Pentecoste celebrata in piazza San Pietro. Avvolto negli ampi paramenti color rosso e oro, attorniato da molti cardinali, allindomani della grande veglia dei movimenti Benedetto XVI è tornato a parlare dello Spirito Santo invitando tutti a trarre «una formidabile lezione» da ciò che accadde ai primi apostoli.
Ratzinger ha spiegato che la condizione chiesta da Gesù ai discepoli per ricevere il dono dello Spirito era che «restassero insieme». «Presupposto della loro concordia ha detto il Papa fu una prolungata preghiera. Troviamo qui delineata ha aggiunto una formidabile lezione per ogni comunità cristiana. Si pensa talora che lefficacia missionaria dipenda principalmente da unattenta programmazione e dalla successiva intelligente messa in opera mediante un impegno concreto». Certo, ha detto ancora Papa Ratzinger, «il Signore chiede la nostra collaborazione, ma prima di qualsiasi nostra risposta è necessaria la sua iniziativa: è il suo Spirito il vero protagonista della Chiesa». Parole con le quali il Pontefice ha inteso mettere il dito su una piaga della vita della Chiesa contemporanea, dove si tende a programmare molto a tavolino, con strategie oculatamente perseguite, progetti, piani pastorali, quasi che la missione e il comunicarsi della fede fosse il frutto di una sapiente regia. «Lattivista, colui che vuole costruire tutto da sé disse lallora cardinale Ratzinger nel 1990, partecipando al Meeting di Rimini è il contrario di colui che ammira. Egli restringe lambito della propria ragione e perde così di vista il Mistero. Quanto più nella Chiesa si estende lambito delle cose decise da sé e fatte da sé, tanto più angusta essa diventa per noi tutti. La dimensione liberante della Chiesa concludeva non è costituita da ciò che noi stessi facciamo ma da ciò che ci è donato».
Nellomelia di ieri, Benedetto XVI ha ricordato che con la Pentecoste, a differenza di quanto accaduto con la torre di Babele, lo Spirito unisce le diversità e «trasforma la confusione in comunione». «Lorgoglio e legoismo delluomo creano sempre divisioni ha detto ancora il Papa innalzano muri dindifferenza, di odio e di violenza.
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