Il Papa è di nuovo a casa I compaesani fanno festa

«Dove Dio diventa grande, l’uomo non diventa piccolo»

nostro inviato

ad Altötting
«Dove Dio diventa grande, lì diventa grande anche l’uomo». E in un’epoca colpita dalla crisi delle vocazioni «la gente aspetta araldi che portino il Vangelo della pace», aspetta nuovi preti. Papa Benedetto è ad Altötting nel «cuore religioso» della Baviera, un paese nato attorno al santuario mariano più famoso della Germania, meta annuale per oltre un milione di pellegrini. Qui, dal 1330, si venera una statua della Madonna annerita dal fumo delle candele, di fronte alla quale sono custodi in urne d’argento i cuori di tutti i re di Baviera. Qui, da un anno e mezzo, ogni sera gruppi di fedeli si raccolgono nella cappella delle Grazie e pregano il rosario per il «loro» Papa. Joseph Ratzinger, il figlio del gendarme, è nato a venti chilometri da questo luogo, da lui visitato tante volte fin da bambino, insieme ai genitori. L’ultima nel gennaio 2005, tre mesi prima del conclave che lo avrebbe eletto. È commosso ed emozionato, Benedetto XVI, accolto dal calore dei suoi concittadini, che sventolano fazzoletti azzurri. Appena salito sull’altare che si affaccia sulla piazza, di fronte al nuovo santuario, incontra il fratello don Georg, che lo ha atteso a lungo sotto il sole indossando i paramenti. «Dico semplicemente grazie per questo caloroso benvenuto - sono le prime parole del Papa - mi sento veramente a casa per la vicinanza di Maria nostra madre, oltre che per essere nato qui».
L’omelia è tutta dedicata alla figura della Madonna, al suo atteggiamento di preghiera, e continua idealmente il messaggio di domenica scorsa culminato con l’invito all’Occidente a riscoprire la voce di Dio. «Rendere Dio grande - spiega commentando le parole del Magnificat - vuol dire dargli spazio nel mondo, nella propria vita, lasciarlo entrare nel nostro tempo e nel nostro agire: è questa l’essenza più profonda della vera preghiera. Dove Dio diventa grande, l’uomo non diventa piccolo: lì diventa grande anche l’uomo e diventa luminoso il mondo». E commentando il brano evangelico delle nozze di Cana, il Papa fa notare che Maria non domanda a Gesù il miracolo della trasformazione dell’acqua in vino. «Semplicemente - aggiunge - affida la cosa a Gesù e lascia a Lui la decisione su come reagire… E così ci insegna a pregare: non voler affermare la nostra volontà e i nostri desideri di fronte a Dio, ma lasciare a lui di decidere ciò che intende fare». Durante la preghiera dei fedeli c’è anche un’intenzione, letta da una giovane donna, che ricorda l’11 settembre. È l’unico accenno nella giornata: «Cinque anni dopo l’attentato terroristico al World trade center di New York preghiamo per la pace nel mondo».
Nel pomeriggio, Benedetto XVI ha incontrato i seminaristi nella basilica di Sant’Anna di Altötting. Nella Germania dove si registra la crisi delle vocazioni, dice: «La messe di Dio è grande e aspetta degli operai: nel cosiddetto Terzo mondo - in America Latina, in Africa, in Asia - la gente aspetta araldi che portino il Vangelo della pace, il messaggio del Dio fatto uomo». E aggiunge: «Ma anche nel cosiddetto Occidente, da noi in Germania, come pure nelle vastità della Russia è vero che la messe potrebbe essere molta. Mancano, però, gli uomini che siano disposti a farsi operai nella messe di Dio». L’accenno alla Russia, spiega padre Federico Lombardi, il successore di Navarro, al suo primo viaggio papale in qualità di direttore della sala stampa vaticana, «mi sembra abbastanza ovvio. È una delle regioni in cui adesso ci sono grandi possibilità di impegno per la Chiesa, ma non ha nulla a che vedere con forme di proselitismo nei confronti dei cristiani ortodossi». Lombardi ha tenuto anche a precisare l’interpretazione data dalla stampa alle parole di Benedetto XVI sull’Occidente senza «timor di Dio»: «L’islam non era nominato. Mi pare che l’impostazione fosse molto più ampia».
Il discorso di Ratzinger ai seminaristi si conclude con un’invocazione: «Signore, guarda la tribolazione di questa nostra ora che abbisogna di messaggeri del Vangelo, di testimoni per te… Vedi il mondo e lasciati prendere anche adesso dalla compassione!». Poi il Papa s’intrattiene ancora con la gente: gli regalano un cappello di paglia, e lui lo indossa e si fa fotografare, sorridente. Poi gli donano un grande quadro che lo ritrae in dimensioni naturali, e lui gli si mette a fianco, divertito.

Lasciata Altötting, Benedetto XVI ha raggiunto Marktl am Inn: si è fermato un istante davanti alla sua casa natale, quindi ha pregato nella chiesa parrocchiale dov’è stato battezzato il giorno stesso della sua nascita, il 16 aprile 1927. In serata è arrivato a Regensburg, dove questo pomeriggio incontrerà i rappresentanti del mondo universitario.

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