Andrea Tornielli
da Roma
Una scienza che si pretende assoluta e libera da qualsiasi vincolo rischia di far fare alluomo la stessa fine di Icaro, cioè cadere rovinosamente e morire. Lo ha detto il Papa ieri mattina, inaugurando lanno accademico alla Pontificia università lateranense, il «suo» ateneo. Benedetto XVI, accolto dal cardinale Camillo Ruini e dal rettore, Rino Fisichella, ha rivolto prima un saluto agli studenti che lo attendevano allesterno, e parlando a braccio ha detto che «il mondo ha bisogno della verità» perché «senza verità non cè libertà». Quindi ha visitato la nuova cappella e inaugurato la nuova biblioteca dellateneo, per poi pronunciare, nellaula magna, il suo discorso.
Benedetto XVI ha ricordato, en passant, la sua «ultima visita» al Laterano, prima dellelezione (la presentazione del libro scritto insieme allallora presidente del Senato Marcello Pera, che i due presentarono qui il 13 dicembre 2004) e «come se il tempo non fosse passato» si è ricollegato al tema discusso quella volta, parlando di Occidente in «crisi di cultura e di identità, che questi decenni pongono non senza drammaticità sotto i nostri occhi». Il Papa ha definito luniversità «uno dei luoghi più qualificati per tentare di trovare le strade opportune per uscire da questa situazione» e ha parlato della «ricchezza della tradizione» nella quale «può essere illustrata la fecondità della verità quando viene accolta nella sua autenticità con animo semplice ed aperto».
«Il contesto contemporaneo ha aggiunto Benedetto XVI sembra dare il primato a unintelligenza artificiale che diventa sempre più succube della tecnica sperimentale e dimentica in questo modo che ogni scienza deve pur sempre salvaguardare luomo e promuovere la sua tensione verso il bene autentico. Sopravvalutare il fare, oscurando l essere ha continuato non aiuta a ricomporre lequilibrio fondamentale di cui ognuno ha bisogno per dare alla propria esistenza un solido fondamento e una valida finalità».
Ratzinger ha quindi ricordato che ogni uomo è chiamato a dare senso al proprio agire «soprattutto quando questo si pone nellorizzonte di una scoperta scientifica che inficia lessenza stessa della vita personale». Un evidente riferimento alle tanto discusse sperimentazioni su vita umana, clonazione, manipolazione genetica. «Lasciarsi prendere dal gusto della scoperta ha ammonito senza salvaguardare i criteri che vengono da una visione più profonda farebbe cadere facilmente nel dramma di cui parlava il mito antico: il giovane Icaro, preso dal gusto del volo verso la libertà assoluta... si avvicina sempre di più al sole, dimenticando che le ali con cui si è alzato verso il cielo sono di cera. La caduta rovinosa e la morte sono lo scotto che egli paga a questa sua illusione».
La favola antica, ricorda il Papa, ha «una sua lezione di valore perenne» perché «nella vita vi sono altre illusioni a cui non ci si può affidare, senza rischiare conseguenze disastrose per la propria ed altrui esistenza».
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