Sulmona - "Vicinanza" e "ricordo nella preghiera" sono stati espressi dal Papa, durante l’omelia della messa celebrata sulla piazza di Sulmona, in Abruzzo, a "quanti vivono la loro esistenza in condizioni di precarietà, a causa della mancanza del lavoro, dell’incertezza per il futuro, della sofferenza fisica e morale e del senso di smarrimento dovuto al sisma del 6 aprile del 2009".
"So bene - ha detto il Pontefice - che anche a Sulmona non mancano difficoltà, problemi e preoccupazioni: penso, in particolare, a quanti vivono concretamente la loro esistenza in condizioni di precarietà, a causa della mancanza del lavoro, dell’incertezza per il futuro, della sofferenza fisica e morale e - come ha ricordato il Vescovo - del senso di smarrimento dovuto al sisma del 6 aprile 2009". Quindi ha aggiunto: "A tutti voglio assicurare la mia vicinanza ed il mio ricordo nella preghiera, mentre incoraggio a perseverare nella testimonianza dei valori umani e cristiani così profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio e della sua popolazione".
il Papa ha ricordato la figura di Celestino V, in occasione dello speciale anno giubilare indetto dai vescovi dell’Abruzzo e del Molise per celebrare gli ottocento anni della nascita proprio di san Pietro Celestino. "Sono passati ben ottocento anni - ha ricordato Benedetto XVI dalla nascita di san Pietro Celestino V, ma egli rimane nella storia per le note vicende del suo tempo e del suo pontificato e, soprattutto, per la sua santità". "La santità, infatti - ha aggiunto - non perde mai la propria forza attrattiva, non cade nell’oblio, non passa mai di moda, anzi, col trascorrere del tempo, risplende con sempre maggiore luminosità, esprimendo la perenne tensione dell’uomo verso Dio".
La Chiesa deve continuare ad annunciare il Vangelo, come comprese Celestino V, senza mai cedere alle mode, al potere, alle persecuzioni. Riferendosi al Vangelo, il Papa ha spiegato che Gesù ha invitato i discepoli a impegnarsi in un "annuncio sereno, chiaro e coraggioso del messaggio evangelico, anche nei momenti di persecuzione, senza cedere nè al fascino della moda, nè a quello della violenza o dell’imposizione; il distacco dalle preoccupazioni per le cose, il denaro e il vestito, confidando nella Provvidenza del Padre; l’attenzione e cura in particolare verso i malati nel corpo e nello spirito". "Queste furono anche le caratteristiche del breve e sofferto pontificato di Celestino V e queste sono le caratteristiche dell’attività missionaria della Chiesa in ogni epoca", ha concluso.
Papa Benedetto XVI è arrivato con una puntualità cronometrica stamane a Sulmona per la sua visita pastorale. Ad attenderlo, presso il centro sportivo dell’Incoronata, oltre alle autorità la banda musicale di Introdacqua, piccolo centro alla periferia della città, gli atleti delle società sportive locali sistemati sulle gradinate dello stadio oltre a 150 ragazzi dell’Accademia britannica ed i "papaboys". Presenti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, il presidente della Regione Gianni Chiodi, monsignor Giuseppe Bersello nunzio apostolico in Italia, Antonio Zanardi Lanzi ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, il nuovo prefetto dell’Aquila Maria Rita Iurato, il presidente dell’amministrazione provinciale Antonio Del Corvo ed il sindaco della città di Sulmona Fabio Federico. Il corteo papale si è mosso verso la centralissima piazza Maggiore nel cuore della città dove il Papa è stato accolto da migliaia di fedeli.
Papa Benedetto XVI ha incontrato in privato nella sede del Vescovado cinque detenuti della casa circondariale di Sulmona, il cosiddetto "carcere dei suicidi", accompagnati dal direttore e dal cappellano della struttura. L'incontro, secondo quanto riferito dal vice direttore della Sala stampa vaticana, padre Ciro Benedettini, è durato 8 minuti ma è stato "molto intenso" con momenti di profonda commozione. "Le parole più pronunciate durante l'incontro - ha riferito padre Ciro - sono state 'grazie santita'' pronunciate da tutti i presenti". Il cappellano del carcere padre Franco Messori dei Maristi ha affermato, introducendo il colloquio, che l'incontro "dimostra l'attenzione della chiesa verso tutto il mondo dei carcerati", un'attenzione che si esprime anche con la presenza dei cappellani. A quel punto il Papa ha preso la parola, "nonostante questo non fosse in programma". "Sono felice di essere fra voi - ha affermato rivolto ai detenuti, secondo quanto riferito dal portavoce - avrei voluto incontrarvi tutti. Vi porterò nel mio cuore e di cuore vi auguro che possiate trovare la vostra via e dare un contributo alla società secondo le vostre capacità e i doni che Dio vi ha dato".
Nella casa circondariale di Sulmona sono rinchiusi 420 detenuti di cui 180 - secondo quanto riferito - in stato di fermo amministrativo, alcuni da un periodo assai più lungo di quanto previsto dai termini di legge.
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