Anche se don Ettore Balestrero, genovese dorigine, dal punto di vista ecclesiastico è romano, non può non balzare agli occhi il fatto che Benedetto XVI in questi anni si è circondato di stretti collaboratori che con la città della Lanterna hanno avuto a che fare, o perché nati qui, o perché vi sono passati. Primo fra tutti il Segretario di Stato Tarcisio Bertone, originario del Canavese, arcivescovo di Genova dal febbraio 2003 al settembre 2006, richiamato a Roma da Papa Ratzinger che lo ha scelto come suo principale collaboratore mettendolo a capo della «cabina di regia» della Curia romana. Benedetto XVI, che conosceva bene Bertone avendolo avuto per alcuni anni come vice alla Congregazione per la dottrina della fede, nel 2006 scrisse una lettera alla diocesi della Lanterna, chiedendo ai genovesi di comprendere il suo gesto, nonostante il cardinale fosse arcivescovo da poco tempo. Un altro cambiamento significativo è avvenuto poco dopo con la nomina di monsignor Guido Marini a maestro delle cerimonie pontificie. Marini, genovese, già segretario particolare del cardinale Tettamanzi, quindi cerimoniere degli arcivescovi Bertone e Bagnasco, compare oggi a fianco del Pontefice in tutte le cerimonie in Vaticano, in Italia come allestero. Tocca a lui, infatti, studiare la regia delle celebrazioni liturgiche papali.
Un altro genovese scelto dal Papa per un ruolo chiave nella Chiesa italiana è lattuale arcivescovo Angelo Bagnasco, chiamato a succedere a Bertone nel 2006 e successivamente designato da Benedetto XVI quale nuovo presidente della Conferenza episcopale italiana. Per quanto riguarda la Curia romana, invece, è da segnalare linfluenza crescente dellarcivescovo genovese Mauro Piacenza, attuale segretario della Congregazione del clero dopo essere stato presidente della Pontificia commissione per i beni culturali.
Infine, monsignor Ettore Balestrero, da ieri «viceministro degli Esteri» vaticano: il suo è un ruolo chiave per la politica internazionale della Santa Sede.
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