RomaBenedetto XVI è disponibile a incontrare nuovamente le vittime degli abusi sessuali da parte del clero: lo dice il Vaticano nel giorno in cui spuntano nuovi veleni sul Pontefice. Secondo lagenzia di stampa Associated press, nel 1985, anni prima di diventare Papa, il cardinale Joseph Ratzinger sconsigliò di ridurre allo stato laicale un sacerdote californiano che aveva molestato minori. LAp cita una lettera del 1985, firmata da Ratzinger, in cui si esprimevano preoccupazioni sugli effetti che la rimozione di un prete avrebbe avuto «per il bene della chiesa universale».
La corrispondenza è stata ottenuta in esclusiva dallAssociated press e secondo lagenzia «rappresenta la sfida finora più forte allinsistenza che Ratzinger, lattuale Papa Benedetto XVI, non giocò alcun ruolo nel blocco della rimozione dei preti pedofili quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede».
La lettera è parte di anni di corrispondenza tra la Diocesi di Oakland e il Vaticano sullopportunità di ridurre allo stato laicale padre Stephen Kiesle. Il Vaticano ha confermato allAp la firma di Ratzinger sulla lettera ma ha precisato in un comunicato che il futuro Papa non dispose la riammissione del pedofilo, bensì consigliò prudenza. Va poi considerato che venticinque anni fa, la riduzione allo stato laicale era lultimissima carta che la Santa Sede giocava nelle punizioni possibili ai sacerdoti. Nel caso specifico, poi, risulta che un paio di anni dopo padre Kiesle sia stato effettivamente ridotto allo stato laicale.
La notizia ovviamente moltiplica le speculazioni attorno alla figura di Ratzinger e come detto arriva in un giorno importante per il Papa, ovvero poche ore dopo che la Santa Sede ha annunciato lintenzione e la disponibilità di Benedetto XVI a incontrare le vittime di preti pedofili. È quanto ha detto ieri padre Federico Lombardi, in una lunga nota dedicata al caso della pedofilia dei sacerdoti. «Nel contesto dellattenzione alle vittime - scrive Lombardi in una lunga nota per la Radio Vaticana - il Papa ha scritto di essere disponibile a nuovi incontri con esse, coinvolgendosi nel cammino di tutta la comunità ecclesiale. Ma è un cammino che per raggiungere effetti profondi deve ancor di più svolgersi nel rispetto delle persone e alla ricerca della pace».
Quindi il direttore della Sala stampa vaticana rileva la necessità di continuare «a cercare la verità e la pace per gli offesi. Una delle cose che colpisce di più è che vengono oggi alla luce tante ferite interiori che risalgono anche a molti anni addietro - a volte di diversi decenni -, ma evidentemente ancora aperte. Molte vittime non cercano compensi economici, ma aiuto interiore, un giudizio nella loro dolorosa vicenda personale. Cè qualcosa che va ancora capito veramente».
Il direttore della Sala stampa vaticana ha ribadito la necessità di fare giustizia sui casi di abusi sessuali che coinvolgono i sacerdoti sia attraverso le norme del diritto canonico che vanno applicate con decisione, sia attraverso la collaborazione con le autorità civili. In una lunga nota per la Radio Vaticana ha scritto: «Accanto allattenzione per le vittime bisogna, poi, continuare ad attuare con decisione e veridicità le procedure corrette del giudizio canonico dei colpevoli e della collaborazione con le autorità civili per quanto riguarda le loro competenze giudiziarie e penali, tenendo conto delle specificità delle normative e delle situazioni nei diversi Paesi». «Solo così - ha aggiunto - si può pensare di ricostituire effettivamente un clima di giustizia e la piena fiducia nellistituzione ecclesiale. Si è dato il caso che diversi responsabili di comunità o di istituzioni, per inesperienza o impreparazione, non hanno pronti e presenti quei criteri che possono aiutarli ad intervenire con determinazione anche quando ciò può essere per loro molto difficile o doloroso».
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