Economia

Papandreou porta il piano in Parlamento, ma è isolato dalle opposizioni

Atene non perde tempo: il governo ha depositato in Parlamento il progetto di legge con le dure misure di austerità supplementari pretese da Ue e Fmi per dare il via libera al piano triennale da 110 miliardi. Il sì dell’aula, dove l’esecutivo socialista del premier George Papandreou conta su una sicura maggioranza, dovrebbe arrivare in una settimana circa. «Rimborseremo tutto fino all’ultimo euro», ha promesso solennemente il governo greco. Gli esperti della Commissione Ue spiegano che, trattandosi di prestiti bilaterali su base triennale, Atene comincerà a restituirli dal 2013.
Nel 2010 gli aiuti saranno erogati in tre tranche. La prima, da decidere a strettissimo giro di posta, dovrebbe ammontare ad almeno 8,2 miliardi, per permettere ad Atene di affrontare il 19 maggio la scadenza di titoli pubblici proprio per quella cifra. Il maggior contribuente del piano triennale è la Germania (22,4 miliardi di cui 8,4 nel 2010) seguita da Francia (16,8 miliardi, 6,3 quest’anno) e Italia (14,7 miliardi, 5,5 nel 2010).
Ma sindacati e opposizione politica greca negano qualsiasi appoggio alla manovra da 30 miliardi voluta dal governo, che prevede pesanti tagli salariali e pensionistici, oltre a nuove tasse. Adedy, la confederazione che rappresenta i dipendenti pubblici, principali vittime delle draconiane misure, ha annunciato 48 ore di sciopero a partire da oggi. Sciopero che domani confluirà in quello generale, paralizzando di fatto l’intero Paese: si fermeranno infatti il traffico aereo, a causa della protesta dei controllori di volo, quello terrestre, sia urbano che nazionale, e marittimo. Saranno inoltre chiusi ospedali, scuole e uffici pubblici.
E il presidente della Repubblica, Karolos Papoulias, di fronte a un confronto sociale e politico pericoloso per la stabilità del Paese, chiede che «siano puniti i responsabili della crisi economica», ovvero gli esponenti dell’ex governo di Costas Karamanlis. Una richiesta su cui convengono il premier, che già ha proposto una Commissione d’inchiesta parlamentare, ma soprattutto i leader dei principali partiti d’opposizione, che hanno denunciato l’accordo con Ue-Fmi accusando il governo di averlo concluso senza consultarli, e hanno detto «no» al vertice proposto da Papandreu all’indomani dell’annuncio delle misure per cercare di convincerli a non votare contro in Parlamento. La Borsa di Atene ha risentito delle tensioni e ha perso circa un punto percentuale. Giornata sofferta, ma alla fine positiva per le altre Borse europee: al termine della seduta le principali piazze del Vecchio continente hanno segnato un rialzo in media dello 0,3%, guidate da Francoforte (+0,5%) e Parigi (+0,3%).


A trainare i listini, in una giornata contraddistinta dalla chiusura dei mercati a Londra per festività, ha contribuito anche Wall Street che non sembra aver risentito dei rinnovati timori legati al terrorismo internazionale.

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