«Papiniano, faremo sparire i rifiuti sotto terra»

L’Amsa: «La soluzione sono i compattatori a scomparsa Ma costano molto e tocca al Comune investire 4 milioni»

«Papiniano, faremo sparire i rifiuti sotto terra»

Pezzi di cavolo, montagne di foglie verdi e minestroni di verdure crude. Ingredienti dei mercati. Con tanto di pomodorini rossi spiaccicati sui marciapiedi. C’è chi li evita, con dribbling alla Totti. Sono i residenti di Papiniano, Lagosta, Benedetto Marcello, Fauchè e degli altri novanta mercati settimanalmente spalmati sulla mappa di Milano.
Nel mirino gli ambulanti, l’accusa? «Usano i marciapiedi come retrobottega, dove puliscono verdure e frutta, pesce...». Annotazioni rabbiose pure contro Amsa: «Non è possibile che pulisca e lavi le strade alle nove di sera», «impensabile non velocizzare la raccolta».
Leit motiv che Amsa non lascia senza risposta: «Centocinque operatori sui mercati quotidianamente, che nei giorni di mercati doppi diventano 141. E 25 automezzi di raccolta, 11 spazzatrici e altrettante lavatrici. Numeri di un impegno per rimettere ordine nel dopo mercato». «Numeri» snocciolati da Carlo Petra.
Ma il neo-amministratore delegato della municipalizzata di via Olgettina sa che il risultato non trova felice riscontro tra i milanesi. «È impensabile muoversi all’interno del mercato per pulire quando questo è in svolgimento, non c’è spazio né per i carrellini di raccolta dei rifiuti né per i mezzi dell’azienda», osserva Petra. Be’, non si può però pensare che le strade di Milano restino off limits per i residenti anche tre ore dopo la fine di un mercato? «Sottoscrivo e segnalo che una soluzione c’è: si chiama compattatore a scomparsa. Cassoni di raccolta dei rifiuti posti sottoterra nei pressi dell’area mercatale, che gli stessi ambulanti provvedono a riempire e poi, con più passaggi, i mezzi dell’azienda a svuotare».
Compattatori che, tecnicamente, sono a scomparsa ossia nei giorni non di mercato restano sotterra e solo nel giorno prestabilito si innalzano, vengono su attraverso un montacarichi: i rifiuti accatastati dentro vengono quindi compattati e successivamente il container colmo sostituito con uno vuoto. «Soluzione che logicamente ridurrebbe i tempi di pulizia dei mercati e di lavaggio dell’area ad un massimo di un’ora».
Sorpresa, spuntano due nei: «Il costo medio è attorno agli 80-100mila euro e per ogni mercato ne servono almeno due, quando non tre. Totale, 36 compattatori». Come dire: l’esborso viaggia sui tre milioni e 600mila-4 milioni di euro. Cifra impegnativa non meno dell’altro problemino, «le dimissioni interne di un compattatore sono di venti metri per cinque, che esterne diventano 22 per sette: la localizzazione nelle strade dei mercati non è da poco».
Ma per Petra il problema rifiuti s’affronta con l’assunzione di responsabilità degli ambulanti: «Con il loro contributo sarebbe più facile il lavoro degli operatori di Amsa, migliorerebbe il nostro servizio e anche il rapporto degli ambulanti con i residenti».

Certezza che deriva da un esperimento attuato da Amsa in quattro mercati cittadini dove gli ambulanti per almeno sei mesi praticarono la raccolta differenziata. «Una meraviglia», ricorda l’ad di Amsa: «Poi, però, finita la sperimentazione tutto è tornato come prima: la carta sta con l’organico e la plastica». E per terra restano i pomodorini spiaccicati.

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