Politica

La par condicio del Professore

Diavolo d’un uomo, questo Prodi. Per fare dispetto a Berlusconi l’altra sera è andato a Matrix, ha imposto di poter stare da solo davanti alle afflosciate telecamere per far fallire la trasmissione e c’è riuscito: l’ha fatta precipitare al 12 per cento di ascolto facendo così perdere un bel pacco di soldi in pubblicità all’azienda del rivale. Uno si chiede: ma non è conflitto di interessi mandare a ramengo le aziende di chi si detesta, facendo cadere non soltanto gli ascolti ma anche le braccia, e tutto il resto?
Prodi, come riferiscono le cronache, ha fatto questo gran gesto diplomatico, come quando il re andava dal papa o viceversa: è andato a Mediaset dove lo hanno accolto col tappeto rosso, la fanfara, Fedele Confalonieri, le maestranze tirate a lucido, Mentana, tristemente, simulava anche lui l’orgogliosa emozione dell'anchorman che riceve il primo ministro in persona. Ed eccolo in studio, il primo ministro. E dopo di lui il diluvio, nel senso che non c'era nessun altro. Romano Prodi infatti ha preteso, battendo entrambi i piedi, di non avere contraddittorio, di affrontare da solo le telecamere per interpretare la parte per lui così ostica del meglio fico del bigoncio davanti all'intera redazione di Matrix in brodo di giuggiole. Ricordate?. Un anno fa la redazione del Tg5 aveva puntato i piedi minacciando persino uno sciopero perché Berlusconi, che il contraddittorio ostile se lo portava al seguito, pretendeva di fare un dibattito politico. Ohibò, quella sopraffazione per fortuna fu respinta, ma si disse che era stato stabilito un principio: mai un politico può stare da solo in tv, padrone del campo. Applausi dalla sinistra devota alla par condicio. Adesso invece davanti alle telecamere c’era Prodi, il nostro uomo, vestito soltanto del suo indecifrabile charme, così come Marilyn Monroe si presentava indossando soltanto due gocce di Chanel.
E lì, il colpo gobbo. Su Rai Uno a quell’ora scorreva come l’olio Porta a Porta di Vespa che aveva come ospite lo stesso Clemente Mastella che qualche sera prima se ne era andato sbattendo la porta da Santoro. Era di nuovo lì a parlar di Dico. Prodi lo sapeva: Sircana gli aveva passato proiezioni accurate. Il suo scopo non era infatti quello di far bella figura, ma menare uno scherzo da prete a Mediaset mettendo in fuga gli spettatori e deprezzando così la pubblicità. Dall'occhietto furbo, si vedeva che era convinto di aver assestato una botta da orbi all’odiato rivale.
Da Vespa intanto tutto andava benissimo: Mastella si librava con lieve pesantezza verso il 19 per cento. Da Mentana invece Prodi sembrava Terminator: faceva strage di sé oltre che della trasmissione, ridacchiandone e farfugliando in quel suo modo che rende il mondo piatto, alla faccia di Galileo. E Matrix, si trasformava in un Titanic senza orchestrina sul ponte, affondando per la gioia dell’unico passeggero che emetteva bollicine mentre colava a picco, e sempre con quel suo suono particolare, quel borbottio inutile ma più fitto del cachemire.
Insomma ognuno ha il primo ministro che si merita, tranne l’Italia. Il primo ministro italiano, in orario di massimo ascolto, non lo ascoltava nessuno.

Ma l'importante è che lui era soddisfatto, il nostro uomo, sia pure nello sconcerto generale, che è il suo habitat naturale.

Commenti