Par condicio, una questione capitale

Stefania Scarpa

«Par condicio? Il vero monopolio lo ha Veltroni». Le parole del ministro delle Politiche agricole e forestali nonché candidato sindaco Gianni Alemanno «localizzano» il problema della par condicio e lancia il dibattito a livello locale. Perché sì, ammette il ministro, «è giusto che l’opposizione invochi a livello nazionale la par condicio io la invoco per Roma rispetto alla giunta Veltroni, che ha un monopolio ancora più assoluto di quello che c’è a livello nazionale». Parole sottoscritte dall’altro ministro, quello della Salute Francesco Storace: «n questa città l’immagine massmediatica del sindaco Veltroni non ha eguali. Lo intervistano se rapiscono un ostaggio in Iraq o se c’è una fontanella rotta. Anzi, per la fontanella non lo intervista nessuno».
Più articolato il ragionamento di Mario Baccini, anche lui ministro (della Funzione pubblica) e anche lui candidato sindaco dell’Udc. Che ammette l’assioma-Alemanno: la par condicio «deve valere a livello nazionale ma anche a quello locale. Sembra che Veltroni invece voglia occupare tutte le stanze e gli spazi mediatici a disposizione. Bisogna invece offrire a tutti la possibilità di comunicare». Ma poi allarga il discorso sulla propaganda veltroniana: «Basta con la politica nei tagli di nastro - ha detto Baccini - basta con la solidarietà fatta con telecamere. Noi non abbiamo una bacchetta magica ma abbiamo il buonsenso, per questo dobbiamo concretizzare una alternativa a Veltroni». Traffico, sicurezza, politica abitative sono per Baccini i grandi problemi che affliggono Roma. «Per affrontare l’emergenza abitativa - ha sottolineato - il sindaco Veltroni non ha fatto altro che realizzare una casa per ciascuno dei suoi hobby. Io stesso mi sono dovuto occupare della proroga agli sfratti». Il segretario dell’Udc Cesa critica invece i sondaggi per le elezioni comunali che circolano in questi ultimi giorni. «Sono casarecci - ha detto - fatti ad arte dal sindaco. Se lo può scordare di vincere con il 70 per cento delle preferenze. Si svegliasse invece un po’ prima la mattina, e andasse in giro per la città a vedere quanto fatica la gente per andare al lavoro con i mezzi pubblici». Secondo D’Onofrio il partito del sindaco «parla con voce dei Parioli, mentre l’Udc è il partito che invece parla con la voce del popolo». Gli ha fatto eco Buttiglione che critica una lettura della città basata su via Veneto e Parioli perché «non tiene conto della realtà». Infine, chiude l’ex segretario del partito Marco Follini: «Il sindaco ha creato solo una vetrina luccicante dietro alla quale non c’è nulla. Non si parla dei problemi di vita quotidiana, della casa, del traffico o della gestione delle risorse. Questa amministrazione non c’è».
La risposta del centrosinistra ad Alemanno e compagnia è affidata al coordinatore della maggioranza del Comune di Roma, Silvio di Francia, che chiede «un po’ di pudore sulla par condicio «proprio nel giorno in cui sono stati calcolati 457 minuti di occupazione televisiva di Berlusconi in due settimane, vera e propria emergenza democratica».

Come fa «Alemanno ad invocare la par condicio - ha aggiunto Di Francia - lui che ha utilizzato la sua carica istituzionale di ministro per comparire oltre centocinquanta volte nelle tv in meno di cinque mesi?». Poi Di Francia critica anche la manifestazione di ieri per salutare il ritorno della bistecca alla Fiorentina, da Di Francia definita elettoralistica.

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