«Il Paradiso terrestre? È a Roma»

Pil e occupazione in crescita. Ignorati il collasso della mobilità e i debiti del Comune

Marcello Viaggio

Ventidue applausi a scena aperta dalla platea per il sindaco Veltroni. Uno ogni minuto del suo intervento. Quanto basta per un’autentica passerella mediatica accanto ai poteri forti della città. Ieri mattina è stata presentata al Teatro Argentina la ricerca del Censis «Rapporto su Roma, l’evoluzione della città al 2006». Ben quarantaquattro pagine di numeri, diagrammi, tabelle. In sala il Prefetto di Roma, Achille Serra, e il Ministro delle Politiche agricole, Gianni Alemanno. Fra i relatori il presidente di Confindustria Luca di Montezemolo, moderatore il direttore de Il Messaggero Roberto Napoletano. A leggere i risultati del rapporto il direttore generale del Censis, Giuseppe Roma.
Nel quinquennio 2001-2005, secondo il Censis, l’occupazione nella capitale è salita del 13,7%, contro la media nazionale del 4,6%. La disoccupazione è scesa al 6,5%, contro il 7,7% nazionale. Negli ultimi cinque anni, prosegue il Rapporto, la ricchezza creata (il Pil, ndr) è cresciuta del 6,7%, in Italia si è fermata all’1,4%; 19,5 milioni i turisti nel 2005, il 22,8% in più rispetto al 2001. Bene gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino: «Dal 2001 al 2005 - spiega Roma - l’incremento dei passeggeri è stato del 25,2%. I 33 milioni di passeggeri dei due aeroporti rappresentano quasi un terzo del traffico italiano. La posizione geografica dell’aeroporto di Fiumicino è fondamentale».
Fin qui i dati economici. Sui meriti della Regione Lazio di Storace e del Governo Berlusconi non una parola. Né una riga nel Rapporto. Qualche perplessità suscitano, però, gli altri dati. La capitale, in termini di crescita dell’offerta abitativa, - sottolinea il Censis, - ha triplicato il numero di alloggi realizzati tra il 2001 e il 2005: da 5.171 a 14.889. Nello stesso quinquennio si è passati da 22.220 a 18.020 infortuni stradali: con una variazione di meno 18,9% si è superata la media italiana (meno 9,6%). Negli ultimi cinque anni il verde pubblico è salito da 3.177 a 3.511 ettari. Il numero di organizzazioni di volontariato è cresciuto del 64%, contro il 32 a livello nazionale. Un profluvio di dati rassicuranti. Non c’è nulla che non marci a gonfie vele. Secondo il Censis, il 62,5% dei romani si sente sicuro a qualsiasi ora. Le rapine calano del 21,3%, contro il 21,5 di aumento in Italia. Peccato che, tanto per fare un esempio, l’ultima Conferenza regionale di pubblica sicurezza del Prefetto, il 27 febbraio 2006, delineasse anche altri dati: borseggi in aumento, per dirne una. In aumento anche i furti in casa e nei negozi. Sempre altissime usura ed estorsione. Senza dimenticare l’emergenza rapine ai taxi, la lunga scia di auto e moto bruciate dai piromani, le violenze allo stadio, i 27 campi nomadi. Di tutto questo, però, nel rapporto non c’è traccia. A Veltroni la scaletta del convegno lascia il gran finale: «Possiamo sentirci orgogliosi di essere romani».
Le reazioni del centrodestra non si fanno attendere. «Roma non è sulla luna ma è la capitale, e come tale non può crescere senza il sostegno dei governi regionale e nazionale - afferma il consigliere di Fi, Fabio De Lillo -. In questi cinque anni Roma ha ricevuto da Storace e da Berlusconi più finanziamenti che da qualsiasi altro governo. Solo ciò ha consentito di compensare le disastrose politiche capitoline su trasporti e servizi. Dov’è la crescita? Nel turismo? È stata la drastica riduzione dell’Irap sul turismo di Storace a ridare slancio alle imprese. Nell’edilizia? Solo la legge Obiettivo di Berlusconi ha riaperto i cantieri della Capitale, che hanno prodotto la crescita del Pil».

«Nel rapporto - rilevano i consiglieri Piso e Marchi, di An - mancano riferimenti al debito di 8 miliardi del Comune, al collasso della mobilità, anche un istituto serio come il Censis non si è sottratto al clima elettorale».

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