Va in scena al Teatro Franco Parenti, da oggi al 28 febbraio, (ore 20.30, domenica ore 16, sala Anima, via Pier Lombardo 14) quello che è stato definito «un classico» della scena italiana: parliamo del «Mi voleva Strehler» di Umberto Simonetta (a suo tempo collaboratore anche del «Giornale»), con Maurizio Micheli per la regia di Luca Sandri. Uno spettacolo cult che dal 1978 mantiene immutate forza comica e satira, avendo totalizzato più di mille repliche. Un esempio di teatro-cabaret ineguagliato, tanto nella misura (due atti di 50 e 40 minuti ciascuno), quanto nella composizione. Lo spettacolo gioca infatti su diversi piani, mascherando dietro unapparente facilità una riflessione profonda sullarte dellattore. La storia narra, col pretesto di un provino che un attore di cabaret deve sostenere davanti a Strehler e che gli aprirà la strada della ribalta, uno spaccato del teatro italiano alla soglia degli anni 60 e 70.
Assistiamo così alla scoperta del «teatro alternativo» e allimpegno politico à la Brecht, e alle imitazioni nostrane dei grandi innovatori di quellepoca, rese ancora più comiche dallo stridore con la condizione reale del giovane attore narrante.
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