Alberto Toscano
da Parigi
«Nike les keufs sur les Champs!», ossia letteralmente «fotti i poliziotti sugli Champs Elysées!», è il delirante messaggio che è stato rimbalzato per tutta la giornata di ieri dal tam tam degli sms sui cellulari dei «guerriglieri metropolitani» della regione parigina. Nel linguaggio dei giovani della banlieue i poliziotti (flics) sono diventati «keufs», perché le due sillabe di questo termine sono state invertite e riaggiustate. Anche la lingua della banlieue è ormai differente dal francese che si studia nelle scuole. Ma nelle scuole della banlieue non si studia il francese. Anzi non si studia niente del tutto. Si impara a sopravvivere e si cerca di ingannare sistematicamente insegnanti ormai terribilmente rassegnati a rinunciare alla propria missione di rappresentanti di uno Stato quasi inesistente.
Il messaggio di portare la guerriglia urbana al centro di Parigi - proprio sui Campi Elisi - è stato preso sul serio dal governo, tanto che il prefetto di Parigi ha deciso di vietare gli assembramenti nel centro dalle 10 di oggi alle 8 di domani mattina. Ieri, tra laltro, è fallita la manifestazione organizzata al centro della capitale francese - vicino alla Tour Eiffel - per protestare contro la serie di violenze che sta sconvolgendo le periferie urbane della Francia intera. Solo 200 persone sono arrivate dalla banlieue parigina allo scopo di chiedere la fine delle «ostilità». I giornalisti presenti erano quasi più numerosi dei manifestanti.
Quella di ieri era in Francia una giornata festiva per lanniversario della fine della Prima guerra mondiale. Sembra che i gruppi di teppisti delle banlieue abbiano approfittato della situazione allo scopo di riorganizzare le loro «truppe» in vista di una prova di forza che si è certamente indebolita, ma che non accenna a terminare. Il vero dato preoccupante è proprio questo: ormai da quattro notti, ossia da quando è entrato in vigore il coprifuoco nei quartieri più pericolosi, la raffica di violenze urbane si è fatta meno grave, ma non si è affatto fermata. Il governo non sa come impedire a qualche gruppo di teppisti di lanciare in questa o quella località francese una bottiglia molotov contro una scuola, o contro unauto in sosta. Il bilancio delle automobili date alle fiamme resta elevato e preoccupante: 485 nella notte tra giovedì e ieri, di cui 111 nella sola regione parigina. I fermati sono stati 201 nellinsieme della Francia e i poliziotti feriti sono stati 3. La violenza è dunque sempre di casa nelle periferie transalpine, circostanza che rende attuale lultimatum lanciato giovedì sera dal ministro degli Interni Nicolas Sarkozy: «Noi ristabiliremo lordine a tutti i costi e i teppisti possono solo rientrare tranquillamente alle proprie case perché le loro azioni violente saranno altrimenti punite con la massima severità». Intanto cresce anche lintolleranza: a Carpentas, in Provenza, sono state lanciate due molotov contro una moschea affollata durante lora di preghiera. Non si è registrato alcun ferito, ma solo lievi danni alledificio.
Il «ministro di ferro» è stato per due ore il grande protagonista di un dibattito televisivo, nel corso del quale ha rintuzzato con un certo sarcasmo la critica che era stata formulata nei suoi confronti dal calciatore francese della Juventus Lilian Thuram. «Certo Thuram, che io stimo molto come giocatore di calcio, non è più al corrente della situazione esistente nelle periferie povere delle città francesi, visto che lui abita da anni in quartieri ricchi», è la frecciata con cui Sarkozy è partito allattacco del difensore della nazionale. Nella serata televisiva sulle violenze urbane, il ministro dellInterno ha avuto «cannonate» un po per tutti, ricordando i molti casi di persone umili che si sono fatte picchiare dai teppisti delle banlieue, decisi a derubarle dei loro pochi averi o semplicemente decisi a martirizzarle per il gusto di perpetrare un atto di violenza. È il caso di una signora handicappata, cosparsa di benzina allinterno di un autobus e salvata dalle fiamme soltanto grazie al coraggioso intervento del guidatore di questo mezzo pubblico.
La tesi di Sarkozy è molto semplice: la violenza nelle banlieue è la conseguenza del potere quasi assoluto che alcuni «caid», spesso coinvolti nello spaccio della droga, esercitano su bande di giovanissimi asserviti al loro volere. «Questa situazione non può più essere tollerata da uno Stato democratico» è la conclusione della serata del ministro degli Interni.
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