Parigi, caccia alla kamikaze che vuol fare strage nella metro

L’allarme terrorismo è più che reale in Francia, tanto che le forze di sicurezza sono mobilitate per impedire «la minaccia immi­nente » di un attentato suicida a Pa­rigi. Si cerca nell’area della capita­le, in particolare, una pericolosa donna-kamikaze che risulta inten­zionata a fare strage nella metro­politana

L’allarme terrorismo è più che reale in Francia, tanto che le forze di sicurezza sono mobilitate per impedire «la minaccia immi­nente » di un attentato suicida a Pa­rigi. Si cerca nell’area della capita­le, in particolare, una pericolosa donna-kamikaze che risulta inten­zionata a fare strage nella metro­politana. Lo conferma lo stesso ministro dell’Interno, Brice Hortefeux, che ha ribadito la preoccupazione espressa già nei giorni scorsi: «La minaccia è reale, la nostra vigilan­za è stata rafforzata», ha detto, ri­cordando che il piano di sicurez­za “Vigipirate” resta attivo al livel­lo rosso, quello immediatamente precedente al livello “scarlatto” che indica il rischio di un attenta­to imminente. L’allarme sarebbe stato segnala­to­ai servizi segreti francesi dai col­leghi dell’Algeria, che ormai da quasi vent’anni collaborano frut­tuosamente con Parigi. La procu­ra antiterrorismo della capitale ha aperto un’inchiesta prelimina­re per «verificare» la segnalazione giunta su una donna sospettata di volere condurre un attentato sui­cida nella capitale. La terrorista sa­rebbe partita via mare da Algeri e giunta a Marsiglia di recente. Con una missione: preparare un atten­tato nella Ville Lumiere, al quale da tempo starebbe lavorando un gruppo di integralisti islamici del­la regione algerina di Boumerdes. E non è tutto. La polizia è stata anche informata che due cellule terroristiche dormienti si sarebbe­ro recentemente “risvegliate” in Francia e starebbero cercando di favorire l’arrivo di estremisti isla­mici radicali nel Paese. I servizi segreti di Parigi stima­no che gli elementi in loro posses­so portano la minaccia a «un livel­lo molto alto». «Non sappiamo quando e dove l’attentato avrà luo­go, ma sappiamo che avrà luogo», si è spinto ad affermare un respon­s­abile sotto copertura di anonima­to. Hortefeux ha confermato che la Francia sta facendo di tutto per proteggere i suoi cittadini. Uno di questi, molto particolare per i ri­schi che corre ogni giorno, è il ret­tore della Moschea di Parigi, il quasi settantenne Dalil Bou­bakeur, al quale l’hanno giurata diversi gruppi radicali islamici per il suo atteggia­mento moderato e favorevole al dia­logo. Tre guardie del corpo non lo perdono d’occhio da giovedì, anche se lui si dice «sor­preso » dal provve­dimento. Una settimana fa si è pensato che le telefonate che minacciavano at­tentati alla Tour Eiffel e alla metro­politana di Saint-Michel, e che hanno portato alla chiusura mo­mentanea dei due luoghi al pub­blico, fossero legate alla legge ap­provata proprio poche ore prima che vieta il burqa. Oggi, l’ipotesi prevalente è che la Francia sia fini­ta nel mirino del terrorismo so­prattutto per il suo impegno in Af­ghanistan e per la politica che con­duce in Africa, in particolare in Ni­ger, dove cinque lavoratori sono stati rapiti e per ora non se ne han­no notizie.

A puntare contro Pari­gi sarebbe Al Qaida del Maghreb islamico, in sigla Aqmi, che ha giu­rato vendetta dopo l’operazione franco-mauritana condotta il 22 luglio contro un accampamento dell’organizzazione nel nord del Mali. Sette combattenti furono uc­cisi in quel blitz, lanciato invano per liberare l’ostaggio francese Michel Germaneau, di cui non si hanno più tracce.

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