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Parigi inventa lo sciopero dei clandestini

da Parigi

Sono pochi, ma sono riusciti a dar vita a una mobilitazione clamorosa: il primo sciopero degli immigrati clandestini nella storia di Francia e d'Europa. Ieri hanno incrociato le braccia nella regione parigina 250 lavoratori «sans papiers», che si considerano l'avanguardia di un movimento molto più ampio e che promettono altre iniziative del genere. Lo scopo è sempre lo stesso: ottenere la regolarizzazione e, con essa, la fine dell'obbligo di prestare i propri servizi in nero, senza orari e senza protezione sociale. Non dovrebbero lavorare, ma comunque lavorano. Non dovrebbero neppure essere in Francia, ma indiscutibilmente ci sono. Non dovrebbero sfuggire ai controlli della polizia, ma ci riescono in continuazione. Sono la dimostrazione vivente di un sistema che ufficialmente li ignora e che in realtà li utilizza in mansioni che né i francesi né gli immigrati regolari vogliono più espletare. Lavorano soprattutto nella ristorazione, nel tessile, nelle pulizie, nelle centrali d'acquisto (trasportando casse) e nell'edilizia. Spesso operano in ditte subappaltatrici.
Ieri sono scesi sul sentiero di guerra nella regione parigina, ma il loro movimento potrebbe espandersi nell'insieme della Francia, visto che sono migliaia e migliaia le aziende che utilizzano sistematicamente gli immigrati clandestini, facendo leva sul fatto che questi ultimi verrebbero espulsi dalla Francia se scendessero in piazza a protestare. In realtà due settimane fa a Parigi una manifestazione c'è stata, ma i «sans papiers» si sono mescolati nella folla dei loro sostenitori francesi. Adesso protestano da soli, in 250 che potrebbero diventare ben presto molti di più. «Questi 250 non sono clandestini qualsiasi, ma persone specializzate, che non potrebbero essere facilmente sostituite dai loro datori di lavoro», dice un giornalista parigino. Dunque il primo sciopero dei «sans papiers» è stato effettuato da persone relativamente qualificate, che prestano i loro servizi in una ventina di aziende dell'area della capitale (tra cui un'impresa di pulizie del dipartimento dell'Essonne e un ipermercato in quello di Val-de-Marne) e che sanno di non rischiare il licenziamento. A fine pomeriggio c'è stata ieri - a loro favore, ma in loro assenza - una manifestazione di fronte al ministero del Lavoro, al centro di Parigi. Ma il programma non si ferma lì.

In futuro potrebbero astenersi dal lavoro molti altri clandestini, che intenderebbero così dimostrare il grado non trascurabile di dipendenza dell'economia ufficiale da quella «in nero».

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