Parisi: ora D'Alema esca allo scoperto

Ancora scontro nel Pd, l'ex ministro della Difesa, incalza D'Alema: "Lo sento avanzare una proposta diversa da Veltroni, vorrei essere sicuro che lo faccia esplicitamente". Follini: "Noi con Di Pietro non c'entriamo nulla...". Monaco: "No, con Idv battaglia comune". Veltroni sotto assedio: dì la tua

Parisi: ora D'Alema esca allo scoperto
Roma - Arturo Parisi rilancia la richiesta di un cambio di leadership e di linea del Pd, con un ritorno alla politica delle alleanze, ed esorta Massimo D’Alema ad esplicitare la sua linea alternativa a quella di Veltroni. L'inventore dell'Ulivo, insomma, non rinuncia alla sua battaglia contro Veltroni (che ha cercato di minimizzare le richieste dell'ex ministro della Difesa).

La richiesta che D'Alema esca allo scoperto è stata avanzata in un’intervista al Gr di Radio 24. Di fronte al parallelismo tra Donadoni e Veltroni, per i quali si chiede l’allontanamento, Parisi ha risposto: "Nel calcio il problema non si pone, perchè la sconfitta è evidente. In politica invece una sconfitta può essere trasformata in una vittoria o in una vittoria insufficiente, anche se è una sconfitta plateale". E tali sono, secondo Parisi, sia "la separazione consensuale con Bertinotti, che è stata sconfessata dagli elettori", sia "le elezioni di Roma, dove il gruppo dirigente nazionale, Veltroni, Bettini e Rutelli, è stato bocciato sonoramente dalla propria città". Senza dimenticare il 12% preso in Sicilia alle provinciali, risultato "inadeguato in modo assoluto, e in special modo per chi afferma di avere una vocazione maggioritaria»".

L’intervistatore ha chiesto a Parisi di indicare un nome alternativo a Veltroni per la segreteria: "In Italia - ha risposto - ci sono 60 milioni di persone, e fino a poco tempo fa circa la metà faceva riferimento al nostro campo; possibile che non ne troviamo due o tre che alzino la mano e dicano la loro idea del paese? Le candidature nascono dentro il confronto politico. Il vero punto è riconoscere che ci sono linee alternative".

Alle insistenze dell’intervistatore, Parisi ha risposto: "Sento D’Alema avanzare una proposta diversa da Veltroni, vorrei essere sicuro che lo faccia esplicitamente". Questo significa tornare alla vecchia Unione? "Io ritengo - ha spiegato Parisi - che si debba riprendere il cammino interrotto: non ripropongo un’alleanza indefinita di tutti contro uno, bensì un’alleanza intorno a un programma nostro. Così disse il Pd, si disse che avrebbe fatto un programma e aperto il confronto. Invece prima è stato chiuso il confronto e poi a fatica è stato deciso un programma, che oggi nessuno ricorda piu".

Follini "scarica" Di Pietro "Noi con Di Pietro non c’entriamo nulla, penso e spero che questa sia la posizione di tanti altri e comunque è la cronaca di tutti i giorni che mette agli atti degli episodi di interpretazioni, di iniziative che ci allontanano dal sentimento che Di Pietro incarna a suo modo con coerenza". Lo afferma Marco Follini, presidente della Giunta per le Elezioni di palazzo Madama nel corso di un’intervista a Sky tg24. "Il Caimano - prosegue - è un’immagine giornalistica, tra questa immagine e la prudente evocazione di colui che abbiamo chiamato il principale avversario politico c’è una ragionevole via di mezzo".

Monaco replica: "No, con Idv battaglia comune" Ma l'uscita di Follini (portavoce del Pd) non piace a Franco Monaco, deputato ulivista dello stesso Pd, che replica a breve giro: "Follini ci informa della distanza tra i sentimenti suoi e quelli di Di Pietro. Personalmente non mi appassiona indagare sui sentimenti. Mi interessano eccome invece gli impegni, gli atti e i comportamenti. E penso che interessino anche agli elettori del Pd con i quali ci siamo impegnati a contrastare energicamente gli strappi alla legalità costituzionale e a farlo con l’Idv". Che aggiunge: "Non si era stretta un’alleanza con l’impegno già disatteso a fare un solo gruppo parlamentare? Vogliamo tradire gli impegni solennemente assunti per affidarci alla volubilità dei sentimenti? Ne discutano, ma nè il Pd nè l’Idv - conclude Monaco - possono permettersi di abbandonare a cuor leggero un fronte comune a fronte di strappi di questa portata".

Mussi attacca il Pd e le correnti "personalizzate" "Non si può fingere di fare un partito per farne dieci...Auguri!". È l’impietoso giudizio dell’ex ministro Fabio Mussi sulla situazione interna al Pd. L’esponente di Sinistra Democratica osserva: "Al congresso di Firenze mi ero permesso di dire che il Pdn non avendo identità era destinato a diventare un grumo di correnti". E, in effetti, attacca, «ora è un insieme di correnti che non si riescono neanche più a contare: su cosa di basano Red, White, Black...

cosa hanno di diverso da dire? Ci sono i prodiani di stretta osservanza e non, i fioroniani, i lettiani...non si può fingere di fare un partito per farne dieci...". Più nello specifico sull’iniziativa di D’Alema, Mussi osserva "Red? Mi sarei accontentato di Rose, ma vedo molto White...".  

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