Politica

PARLAMENTO SEQUESTRATO

La cosa più imbarazzante era l’imbarazzo dei senatori della maggioranza: vedevano perfettamente il sopruso che si stava consumando, sapevano che non è il primo e non sarà l’ultimo e ci sembrava imbarazzato e agitato anche il presidente del Senato Franco Marini che però eseguiva il copione prestabilito, consistente nell’imbavagliare la minoranza. Poi, dopo le ineccepibili proteste del senatore Lucio Malan, la seconda carica dello Stato ha deciso di ignorare le norme e la tradizione che fa legge, noi della CdL ci siamo alzati allibiti ed è stato allora che il feroce sdegno mi ha fatto gridare al Presidente: «Questo è un colpo di Stato!, dobbiamo immediatamente uscire dall’aula». E così è stato. Li abbiamo piantati in asso e la seduta è stata sospesa. Alla fine abbiamo perso comunque: oggi ci sarà il voto di fiducia contro ogni regola e norma. Ma è bene che i cittadini sappiano quali rischi sta correndo la democrazia parlamentare italiana.
Che cosa era successo? Che Marini ha impedito che si votasse la cosiddetta pregiudiziale che precede sempre il voto di fiducia, abrogando una prerogativa della minoranza. A sera, poi i telegiornali hanno ospitato dichiarazioni goffe e false degli esponenti della sinistra che cercavano di far credere che noi fossimo infuriati a causa della fiducia richiesta dal governo. Menzogna. Anche la Casa delle libertà fece ricorso a vari voti di fiducia per abbreviare i tempi. Non è elegante, ma si fa.
Ciò che è accaduto ieri, lo strappo costituzionale che ci autorizza a parlare di colpo di Stato, riguarda la pregiudiziale. Spieghiamo: quando la maggioranza pone la fiducia su un provvedimento per evitare di impantanarsi negli emendamenti, l’opposizione ha diritto di chiedere, prima della fiducia, la discussione e la votazione della pregiudiziale di costituzionalità. È un diritto e serve per costringere la maggioranza a dimostrare che ha i numeri. Se tutti i governi hanno fatto ricorso al voto di fiducia per cavarsi dai guai, nessun governo o maggioranza ha mai osato ignorare la pregiudiziale.
Ieri è avvenuto lo strappo: noi senatori, posti per lo più in vacanza, ieri ci siamo trovati di fronte a una sconvolgente novità di cui il Presidente Marini si è reso regista e sulla quale il Presidente della Repubblica, chiamato in causa, ha promesso di fornire presto il suo parere. Noi confidiamo che Giorgio Napolitano dia quella prova di garanzia che ha promesso appena eletto. Ma dobbiamo avvertire lettori e cittadini che l’attuale maggioranza sta cercando di imbavagliare l’opposizione per ovviare alla propria impotenza.
Oggi le Camere sono state alleggerite dai loro doveri e prerogative sicché presto ai senatori saranno consegnate palette, secchielli e ciambelle galleggianti con l’invito ad andare al mare. E questa, si badi, è la stessa maggioranza che fino a ieri si è riempita la bocca gridando che la Costituzione «non si tocca», salvo mettersela sotto i piedi se gli torna: quando abbiamo pronunciato, mossi da un sanissimo senso di rivolta, le tre terribili parole «Colpo Di Stato» intendevamo e intendiamo riferirci al sequestro del Parlamento in vacanza, al sequestro dei diritti del Parlamento, al sequestro delle garanzie della minoranza. I colpi di Stato non si fanno soltanto con i carri armati: le sinistre non ne hanno bisogno perché hanno già occupato tutto.

Gli manca però il ridotto del Senato dove la minoranza si appresta a resistere, resistere, resistere, gridando «Viva il Parlamento, viva la Costituzione».

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