Match in Parlamento sul pugile trans

Scoppia il caso del pugile intersex, scontro in Parlamento

Match in Parlamento sul pugile trans
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La box entra in Parlamento. No, questa volta non sono stati i deputati a darsele di santa ragione, come già accaduto, ma il dibattito politico questa settimana si è concentrato sull’incontro di box tra l’azzurra Angela Carini e l’algerina/o Imane Khelif, una persona intersex. Una donna con ormoni da uomo, ma non ditelo alla sinistra. È giusto che una donna di 25 anni come Angela venga presa a cazzotti da quello che di fatto è un uomo? A noi, francamente sembra scorretto. Un incontro impari, aldilà del livello di ormoni la corporatura è quella di un uomo. Altro che donna. Nel villaggio olimpico dicono serpeggi la paura per i sinistri della - del pugile algerino. Molte atlete, infatti, le hanno prese seriamente. E no, qui non si parla di una partita a scacchi, ma di box, per citare Matteo Salvini. E la box fa male, soprattutto se ha tirare i pugni è - di fatto - un uomo. Cari amici de La Buvette, vi invito a cercare l’atleta in discussione su internet, ve ne renderete conto voi stessi.

Ma torniamo alla politica: il dibattito è diventato parlamentare e ha diviso. L’onorevole verde Lega Rossano Sasso non si è risparmiato in Aula e ha chiesto chiarimenti al ministro dello sport, Abodi. Noi lo abbiamo sentito, ascoltate un po’…

“Sono intervenuto per difendere il diritto delle donne a gareggiare ad armi pari, non mi sembra giusto che un atleta che non ha superato il test del dna (che sia trans, intersessuale) che ha un cromosoma XY e non supera il test ormonale, quindi un uomo, gareggi con una donna”

Ma è possibile che la politica si interroghi su un incontro di box con tutte le emergenze che ci sono nel Paese?

“La politica ha interesse per tutto, per il sociale, per la collettività. Lei non immagina quanti italiani via mail o sui social ci hanno chiesto di intervenire. La politica non devo solo risolvere i problemi, ma affrontare anche i temi civili. Questo è un tema che va affrontato!"

Inutile dire che la

sinistra è andata su tutte le furie e, ignorando la bandiera di appartenenza (il tricolore per intenderci), gli interessi del proprio Paese, il nostro, ha preso subito le difese dell’atleta algerino/a definita come “intersex”.

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