«L'Italia è un Paese corrotto da redimere e islamizzare». Questo l'inquietante progetto messo in piedi da Eily Vago, conosciuto anche come shaykh (erudito) Abu Maryam. Si tratta di uno studioso di cultura islamica di origine italiana convertitosi all'Islam. L'uomo ha lanciato sui social una campagna di raccolta fondi per il cosiddetto «Progetto Crisalide» che altro non è se non l'islamizzazione del nostro Paese. La nostra denuncia sulle pagine del Giornale di ieri ha animato il dibattito politico e non sono pochi i nostri rappresentanti che adesso chiedono allo Stato e alle sue istituzioni di prendere provvedimenti. Per molti, le prediche dogmatiche e in parte antagoniste di questo imam nostrano rappresentano un campanello d'allarme. Per altri è il segno che non è possibile un'integrazione con i musulmani radicali nel nostro Paese.
Tra i primi a prendere posizione c'è l'europarlamentare di Fratelli d'Italia Carlo Fidanza. «L'Italia non ha bisogno di lezioni da chi non condivide i nostri valori - commenta amaro l'eurodeputato -. Alle prediche di chi pensa che l'Islam sia la soluzione preferiamo la nostra libertà, i nostri valori e le nostre tradizioni. L'Italia non si sottometterà». In molti ricordano che l'Islam più integrale persegue comportamenti che non sono in linea con la difesa di molti diritti individuali che il mondo occidentale ha «blindato» nelle singole costituzioni nazionali. .L'integrazione, quindi, può avvenire soltanto con l'accettazione da parte dei musulmani dei nostri valori e non viceversa. «L'Italia ha una storia, una cultura e valori che vanno difesi - sottolinea l'eurodeputata leghista Susanna Ceccardi (foto a destra) su Instagram -. Se non gli piace il nostro Paese, se ne vadano». Le fa eco il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro (foto a sinistra) che avverte: «Con il governo Meloni non esiste alcuna possibilità di sottomissione». Insomma l'Italia «non è corrotta e non ha bisogno di essere salvata dall'Islam», aggiunge l'europarlamentare. E il tono è quello di un secco respingimento di ogni dialogo con chi si fa portatore di una cultura e di una religione a suo dire superiore e salvifica.
L'allarme provocato dal «Progetto Crisalide» varca la soglia del Parlamento grazie al senatore del Carroccio Marco Dreosto che, forte delle informazioni raccolte dalla collega di partito ed europarlamentare, Anna Maria Cisint che per prima ha denunciato la portata di questo progetto, ha indirizzato al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi un'interrogazione nella quale si chiede se, «alla luce delle informazioni contenute nel suddetto articolo (del Giornale, ndr), il ministero intenda avviare delle verifiche circa i profili di rischio o elementi di pericolosità per l'ordine e la sicurezza pubblica, anche con riferimento a eventuali reti, ambienti o attività di proselitismo riconducibili all'islam radicale».