Parma, in manette due mujaheddin algerini

Erano in possesso di carte d'identità e permessi di soggiorno falsi. Uno dei due era stato segnalato quale estremista islamico e stava cercando di trasferirsi in un altro paese dopo la stretta repressiva attuata dalle forze dell'ordine nei confronti degli ex combattenti islamici attivi in Bosnia

Parma - Due mujaheddin algerini, considerati ex combattenti, espulsi dalle autorità bosniache e rifugiatisi in Italia, sono stati arrestati oggi a Parma. Lo ha reso noto il direttore dell'Ucigos, Carlo De Stefano. I due estremisti avevano documenti falsi e non si esclude che potessero progettare azioni illegali in Italia.
A finire in manette Noureddine Gaci e Omar Frendi, rispettivamente di 42 e 41 anni, perché trovati in possesso di carte d'identità e permessi di soggiorno italiani falsificati.
Gli arresti, scattati dopo le informazioni raccolte dagli uomini dell'Ucigos e dell'intelligence, rientrano nel quadro di una più vasta operazione - denominata "Ritorno 2" - avviata da tempo in tutta Italia per verificare la possibile presenza di mujaheddin arabi provenienti dalla Bosnia dove avevano combattuto contro le milizie serbe. Proprio le autorità bosniache hanno avviato da tempo un processo di revisione dei requisiti grazie ai quali molti combattenti arabi riuscirono ad ottenere la cittadinanza bosniaca. L'analisi degli uomini dell'Antiterrorismo è che queste persone possano aver velocemente abbandonato la Bosnia per rifugiarsi in qualche paese europeo o in aree sicure.

E sarebbero proprio questi i casi di Frendi, secondo l'accusa "attivamente impegnato" nelle fila del "Battaglione dei Mujaheddin" di stanza a Zenica, in Bosnia e di Gaci, da tempo residente in Bosnia, era stato segnalato come estremista islamico e che stava cercando assieme a Frendi "di reperire documenti falsi per ricollocarsi in Europa a seguito della stretta repressiva attuato nei confronti degli ex mujaheddin bosniaci".

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