da Milano
A quasi due anni di distanza dall’espulsione per crac, oggi Parmalat rientra a Piazza Affari. Un evento vero e proprio che sarà celebrato con tanto di cerimoniale a Palazzo Mezzanotte «officiato» dal risanatore del gruppo, Enrico Bondi, e dal ministro delle Attività produttive, Claudio Scajola. L’attesa per il debutto è forte: la sensazione è che il titolo, il cui prezzo di partenza sarà di 1 euro, farà il «botto». In senso positivo, magari con un rialzo a due cifre, visto che negli ultimi giorni i prezzi sul Grey market londinese hanno continuato a lievitare fino a sfondare ieri la soglia dei 3 euro. A questi valori, la capitalizzazione sarebbe superiore ai 4,7 miliardi.
I robusti apprezzamenti registrati dal titolo negli ultimi giorni vengono comunque valutati con cautela dagli analisti, le cui previsioni convergono su un periodo di forte volatilità delle quotazioni. Ciò potrebbe convincere i risparmiatori a restare in posizione defilata, tanto più quanti sono rimasti invischiati nel fallimento dell’azienda emiliana. Oppure, gli obbligazionisti che hanno convertito i bond in azioni (il diritto a ottenere i titoli scade comunque dopo 5 anni) potrebbero approfittare dell’occasione per uscire. «Sono soprattutto investitori istituzionali a chiedere il titolo, mentre non si sentono i retailer», ha confermato un operatore di una sim italiana. Proprio allo scopo di consentire al titolo di trovare un equilibrio, Bondi fisserà per metà novembre l’assemblea per la nomina del nuovo cda.
La partita su Parmalat si giocherà dunque su altri tavoli. Su quello dei potenziali pretendenti dell’ex società di Calisto Tanzi, per esempio. Dopo le anticipazioni del Giornale, martedì Granarolo è uscita alla scoperto ammettendo di avere allo studio il lancio di un’Opas (Offerta pubblica di acquisto e scambio), che dovrebbe prevedere un’operazione in contanti per 1,7 miliardi e una seconda parte con il concambio di azioni di una newco. In lizza vi sarebbero anche i francesi di Lactalis, già ben posizionati in Italia con i marchi Locatelli, Invernizzi e Cademartori, oltre alla multinazionale Nestlé. «Ma è improbabile la cessione a un gruppo straniero in vista delle elezioni politiche del 2006», ha commentato una fonte finanziaria. Nelle ultime ore, inoltre, alcune indiscrezioni parlavano di un possibile coinvolgimento di Mario Resca, commissario nella vicenda Cirio e amministratore delegato di McDonald’s Italia. Voci che ieri Resca non ha voluto commentare, limitandosi a spiegare di aver letto un dossier sull’azienda, che «fa gola a tanti», e che su Parmalat «sono state fatte cose eccellenti».
Un altro fronte che potrebbe giocare un ruolo importante nell’andamento di Parmalat in Borsa è quello delle banche, impegnate nei contenziosi avviati da Bondi, con circa 50 miliardi di richieste di risarcimento.
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