Parmalat chiama Goldman e "punge" Lactalis sull’Opa

Il cda: "L’offerta non è stata concordata". Berlusconi: "Tutto in regola con le norme". A breve il verdetto della Consob

Parmalat chiama Goldman e "punge" Lactalis sull’Opa

Saranno gli esperti di Goldman Sachs a decidere se i 2,6 euro per azione offerti dai francesi di Lactalis per assicurarsi il predominio assoluto di Parmalat siano una cifra in linea con il valore industriale del gruppo lattiero-caseario emiliano. L’incarico è stato assegnato ieri dal cda di Parmalat, coinvolgendo anche tre studi legali: Shearman & Sterling (che studierà le problematiche Antitrust), Legance (per l’aspetto giuslavoristico) e Lombardi Molinari che da tempo assiste il gruppo.
Nessuna valutazione preventiva, quindi, anche se il board ha specificato che l’Opa da 3,4 miliardi lanciata da Lactalis «non è stata nè sollecitata nè concordata» con Collecchio. Una presa di posizione dura, quasi l’estremo tentativo di difendere l’italianità di Parmalat, ma toni a parte, la strada per la famiglia Besnier appare spianata. Sia perché Parigi ha già speso 1,5 miliardi per rastrellare il 29% del capitale, sia perché Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Unicredit non sono riuscite a costruire una cordata italiana credibile dal punto di vista industriale, sia perché l’avanzata di Lactalis sembra essere stata accettata dal governo dopo il summit Italia-Francia. Tanto che il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ha rimarcato ieri che quella di Lactalis è stata un’operazione «in regola» con le norme del mercato, rimandando a Consob per i dettagli. Negli uffici dell’Authority di Giuseppe Vegas l’analisi sembra peraltro procedere spedita: la Commissione aveva chiesto a Parigi di fare chiarezza sui conti della holding, sui finanziamenti bancari e sull’obbiettivo della scalata (compresa la volontà di effettuare conferimenti alla ricerca delle sinergie). Il dossier è arrivato e la risposta della Consob è attesa all’inizio della prossima settimana.
A dire il vero, stando a quanto trapela, il compito affidato a Intesa, Mediobanca e Unicredit di costruire una alternativa italiana per Parmalat sarebbe stato reso ancora più arduo dai vincoli vigenti sull’utilizzo della cassa del gruppo e dall’input «politico» che chiedeva di costruire un piano per Collecchio senza dismissioni.

Quanto al futuro dell’Opa francese, molto dipende se Goldman riterrà i 2,6 euro di Lactalis «congrui» o se invece il cda guidato da Enrico Bondi avrà gli strumenti per chiedere a Parigi di ritoccare al rialzo l’offerta, equiparando il prezzo ai 2,8 euro pagati per rastrellare il pacchetto dei grandi fondi internazionali. In Piazza Affari il titolo ha chiuso in rialzo dell’1,33% a 2,596 euro. A Roma invece il tema Parmalat ha tenuto banco alla Camera, dove il decreto anti-scalate è stato approvato con 236 sì, 32 no e 235 astenuti.

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