Se esco vivo dall’intervista con Cristina Parodi è perché non può strozzarmi come vivamente desidera. Siamo soli in un gabbiotto di vetro degli studi Mediaset dell’Aventino, ma sotto gli occhi di diversi colleghi del Tg5 disseminati in altri gabbiotti. Devo la salvezza alla trasparenza dei luoghi. Va detto che Cristina è molto bella anche quando si indigna e che il suo è il tipico sdegno piemontese che scatta se tocchi la vita privata.
«Sei l’alessandrina più famosa dopo Umberto Eco?», chiedo alla perla del Tg5, labbra rosse, braccia scoperte sull’abito a mezze maniche, nobilitato da un sontuoso ricamo da regina egizia.
«Dopo Rivera, Eco e molti altri», ride e ravvia i lunghi capelli neri, scoprendo i lobi con i brillantini.
«Hai condotto il primo Tg5 della storia col fatidico...».
«Tg delle 13, del 13 gennaio 1992», anticipa. «Molta emozione. Grande esperienza».
«Sei l’icona del Tg5?».
«Una pioniera. Io, Sposini, Mimun, pronti alla prima sfida con l’informazione pubblica. Guidati da quel geniaccio di Mentana».
«Avevi 28 anni. Oggi, a 44, pur di condurre ancora, ti sobbarchi una settimana a Roma, venendo da Milano. Ti implorano in ginocchio o muori dalla voglia di stare in video?».
«Condurre mi piace. Ma nessuno mi implora, né io ho una voglia mostruosa di apparire. Roma è il mio riposo», dice un pizzico seccata per quei “in ginocchio”, “muori dalla voglia”, che considera esagerazioni.
«Riposo? Prendi l’aereo, cambi vita», osservo.
«Mi evito la spola tra il Tg5 di Milano e Bergamo dove vivo. Roma mi piace tantissimo. Il solo fastidio è stare lontano dai figli».
«Hai poi lasciato il Tg e per nove anni hai condotto Verissimo, settimanale di gossip rosa».
«Facevo cronaca nera, bianca, rosa».
«Poi il gossip ha travolto anche te col flirt di tuo marito, il produttore tv Giorgio Gori, con Simona Ventura», e qui mi infilo nel vespaio.
«Che ti devo dire?» dice sgradevolmente sorpresa e aggiunge: «Non voglio parlarne con i giornali», e fa un sorriso tirato con le tenaglie.
«Tu sempre impeccabile, hai reagito da scalmanata: “Una montagna di merda”».
«Escludo. Avrò parlato di spazzatura. È spiacevole avere a che fare con giornali che parlano di te, senza conoscerti».
«Se ti dicono perfettina, reagisci e rivendichi di “fare cazzate come tutti”. Detto in un’intervista».
«Chi mi conosce non mi direbbe mai perfettina. Faccio un lavoro istituzionale. Non posso sgambettare. Ma fuori, sono piena di sfaccettature, pregi e difetti». È seccatissima per la piega dell’intervista. Tiene le braccia conserte e tormenta con le mani i gomiti nudi.
«Se ti dicono dolce, sbotti e dici che sai essere sexy».
«I giornalisti fanno domande cretine. Se chiedono a una donna se sa essere sexy, che vuoi che risponda? Se una sera mi va, lo so fare. Non voglio essere né fatalona, né suorina. Sono piuttosto timida. Di qui, l’equazione: è perfettina. Poi, se esce una foto più osé, ecco la fatalona. Sono stufa di etichette» e mi fulmina.
«Arrabbiata?».
«Speravo mi facessi altre domande. Mi deludi. Non voglio continuare su questo tono. Troppo cretino».
«Riservatezza piemontese?».
«Assolutamente, sì. Io patisco le interviste. Bisogna fare buon viso. Sopportare domande private come quelle su mio marito. Sai che mi fa rabbia?».
«Dimmi».
«Quando intervistate lui, non gli fate queste domande. Le sue storie chiedetele a lui, a loro. Non a me che, eventualmente, subisco». Vorrebbe annichilirmi. Guardo con amore i colleghi a portata di urlo, pronti ad accorrere al primo bagliore di lame.
«Oltre al gossip di Giorgio, c’è stato quello sul tuo flirt con Lamberto Sposini, allora vicedirettore del Tg5», dico equanime. Un colpo al cerchio, uno alla botte.
«Che devo dire? Mi sono state attribuite tante cose non vere. Ora però, basta. All’idiozia c’è un limite», dice perentoria. Ho davvero rischiato il fondo del barile. Frase fatta che in nessun modo si addice all’infuriata beltà di Cristina.
Poi, Sposini se ne andò dal Tg5 accusando l’allora direttore, Carlo Rossella, di obbedire a indicazioni politiche.
«Non ho mai subito imposizioni da Rossella. Da noi, ce ne sono molte meno che in Rai».
Per Sposini, l’unico a respingere le ingerenze è stato Mentana.
«Enrico è stato il più indipendente. Ma era il fondatore del Tg5 e ha potuto dargli l’impronta che aveva in mente».
Fu Rossella a richiamarti da Verissimo al Tg5 e ad assumere un’altra prima donna, Barbara Palombelli. Una rivale?
«Figurati. Dividiamo questa stanza. È intelligente, piacevole. Molto social, quanto io sono riservata».
Un ex del Tg5, Emilio Carelli, ora direttore di Sky24, dice che il Tg5 di oggi è spompato: troppe vecchie facce. Offesa?
«Sono le facce del '92, con 16 anni in più. Il problema del Tg5 è un altro».
Cioè?
«La trasmissione che c’è prima del Tg. Quella che ci precede fa il 18 di share, che noi portiamo al 25. Il Tg1 fa il 30, ma è trainato da L’Eredità - prodotto, mannaggia, da mio marito - che già fa il 30 di suo. Tant’è che la domenica, senza L’Eredità, a volte battiamo il Tg1».
Accontentiamo Carelli. Quali facce nuove vedresti bene al Tg5?
«Vuoi che dica i giornalisti che vorrei al posto di quelli che ci sono? Sei pazzo. Esco di qui e mi ammazzano».
Cosa sei politicamente?
«Io di destra, mio marito di sinistra».
Tempo fa hai detto che vorresti politici nuovi. Hai fatto tre nomi: Casini, Rutelli, Veltroni. Li rifaresti?
«Non sono di primo pelo. La loro storia l’hanno già avuta. Ci vorrebbe l’outsider, un Obama, uno Zapatero, in sintonia col cambiamento che c’è nel mondo».
I tuoi giornali preferiti, a parte questo?
«Per prima cosa leggo la rubrica Alta società di Rossella sul Foglio. Mi mette di buon umore.
Cose come: la contessa di Roccaspina ha bevuto un Martini?
«Geniale. Poi, mi piace molto La Stampa, sarà per le origini piemontesi».
Il tuo Tg?
«Il Tg5 per confrontarlo col Tg1. Mi piace anche Studio Aperto, veloce e buono per la cronaca».
Il potenziale migliore direttore di Tg, tra quelli che non lo sono?
«Mentana è bravissimo. Imbattibile per rapidità di pensiero, intuizione e decisione. Mi garba molto anche il tuo direttore, Mario Giordano. In tv ha inventato delle cose».
Tra le telegiornaliste, Gruber, Latella ecc?
«Gabanelli, la più tosta e Daria Bignardi, in apparenza più morbida, ma che riesce a tirare fuori molto nelle sue interviste».
C’è anche la bella Ilaria D'Amico che lavora per quel farfallone di tuo marito.
«Il suo Exit è un bel programma».
Ho dato del farfallone a tuo marito. Non reagisci?
«Fortuna che ama le donne e non gli uomini. È bello, affascinante, fa questo lavoro. Per forza è circondato da donne. Preferisco così, che avere un marito brutto, sfigato che non si guarda attorno».
Hai detto: «Tradire mio marito? Mai dire mai».
«Non si ipoteca il domani. Oggi sono felice così. Ma se incontrassi Brad Pitt che lascia Angiolina Jolie e si innamorasse di me? Scherzi a parte...».
Ah, scherzavi?
«Sono felice di non tradire, perché la fedeltà è un valore importantissimo. Per questo il mio matrimonio, con tante coppie che scoppiano, dura da 13 anni. Trovo molto sexy essere fedeli».
Il personaggio in assoluto più televisivo?
«Fiorello. Una meraviglia. Incredibile per presenza, comunicazione, canta, balla, è bello. E compare poco. In tv, è rarissimo».
Il re del talk show politico?
«Mentana. Santoro è più teatrale, ma Enrico mi diverte per le battute che fa. È cinico e spiritoso».
Vespa?
«È la messa cantata. Padrone di casa eccezionale. Ma a quell’ora della sera mi tiene più sveglia Mentana con i suo guizzi».
Santoro o Floris?
«Floris. Lascia parlare, guida benissimo la trasmissione. Santoro è più schierato. Floris più sopra le parti».
Fazio e Lerner?
«Fazio fa interviste molto belle. Il suo è un giornalismo poco aggressivo, ma non è detto che non vengano fuori delle cose. Lui è molto carino. Abbiamo lavorato insieme a Odeon tv. Faceva le imitazioni di personaggi dello sport. In tv, nasce come imitatore ed era eccezionale».
Hai dimenticato Lerner.
«Non posso avere una parola per tutti. Sono già esausta».
Il politico, donna e uomo, che buca la tv?
«Molto efficace è Daniela Santanchè. Poi, puoi essere d’accordo con lei o no. Tra gli uomini, Rutelli».
Tra Rutelli e la rubrica di Rossella, hai gusti strani.
«Ah, ah» (ride).
La frana tra i politici?
«Tremonti. Lo penalizza la voce. Ma ha una testa pazzesca. Si gode di più in una bella intervista su un quotidiano che in un salotto tv».
Più facile intervistare o essere
intervistati?«Se ti avessi intervistato io, mi sarei sentita meglio e tu peggio».
Avresti preferito non facessi le domande su tuo marito?
«Avresti fatto un’intervista più intelligente».
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