In parrocchia la nonna faceva il «padrino»
11 Agosto 2005 - 00:00Per parcheggiare davanti al luogo sacro i fedeli dovevano pagare una somma ai nipoti dellanziana 81enne
Carmine Spadafora
da Napoli
Dalla sedia a dondolo unanziana di Lucrino, ottantuno anni suonati, dirigeva i propri familiari, quindici ore al giorno, al «lavoro». Il posto era davanti alla parrocchia del paese, località dellarea flegrea, destate affollata di bagnanti: il sagrato, trasformato in parcheggio. Due euro e mezzo per mettere lauto al sicuro e chi non era daccordo era costretto ad andarsene.
Per conto dellanziana signora andavano avanti e indietro i suoi familiari, tre ragazzi di ventitré, diciannove e sedici anni. Ma era lei che dettava gli ordini, custodiva le chiavi delle vetture, incassava il denaro ma soprattutto distribuiva consigli ai suoi dipendenti.
Non poteva durare a lungo la gestione di quel parcheggio: troppa gente era stata terrorizzata dallarroganza dei tre parcheggiatori. Tre coppie di sposi hanno anche dovuto rinunciare a celebrare nella loro parrocchia di appartenenza il loro matrimonio.
Se da una parte lorganizzazione della truffa a conduzione familiare era gestita da una donna, dallaltra è stata unaltra donna a mettere fine alla vicenda. Una poliziotta, del commissariato di Pozzuoli, ha fatto da agente provocatore. Si è travestita da bagnante e con la propria auto si è appostata nel parcheggio della nonnina di Lucrino. Subito si è avvicinato uno dei dipendenti dellanziana: «Qui non sta bene con la propria auto, deve spostarsi, blocca il traffico». Ma la ragazza non ha battuto ciglio: ha rimesso in moto la propria auto ed è andata a mettersi da unaltra parte del parcheggio. A muso duro si è avvicinato lo stesso parcheggiatore di poco prima: «Se vuole stare qui, deve pagare due euro e mezzo». Replica dellautomobilista: «Ma questa è unarea privata?». Sono seguiti insulti alla poliziotta e a quel punto sono intervenuti i colleghi dellagente: manette per il ventitreenne e denuncia in stato di libertà per il sedicenne e il diciannovenne.
La sorpresa per gli investigatori è arrivata quando è stata perquisita labitazione della nonnina e la conferma a un sospetto: la capobanda era lei. Le manette non sono scattate a causa dellavanzata età.
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