(...) degli atei e degli agnostici razionalisti. «Liter è solo allinizio- spiega Fabiani- e secondo la consuetudine le bozze grafiche col messaggio arrivano solo in un secondo momento. Il contenuto verrà analizzato sulla base di quanto prescrive il Codice di autodisciplina pubblicitaria che in materia di religioni indica come il messaggio non debba recare offesa». E Fabiani sottolinea che «non è scontata» la concessione degli spazi stessi. Quindi se per il sindaco («come persona non vedo tutto questo rumore, come amministratore non posso intervenire su Amt» dichiara in consiglio comunale) e i vertici dellazienda trasporti si può andare avanti è la società milanese ad essere attendista. Anche perché il significato delliniziativa voluta proprio a Genova, anche se qualcuno non se ne rende conto, lo hanno spiegato i vertici dellUaar: colpire il cardinale Angelo Bagnasco. Intanto cè la Lega Nord che si scaglia contro la posizione di Amt, «è vergognoso- accusa Edoardo Rixi, segretario provinciale - che unazienda comunale permetta che i mezzi pubblici pagati con i soldi di tutti i cittadini, quindi anche della maggioranza cattolica, vengano utilizzati per ridicolizzare la fede religiosa». Quindi la Lega promuove una protesta dura chiedendo ai genovesi di non pagare il biglietto e mobilitandosi per organizzare una manifestazione che chieda la rimozione delle strisce gialle «che stanno creando gravi problemi alla circolazione». Poi cè chi alla protesta contro liniziativa degli atei vorrebbe rispondere con una campagna pubblicitaria analoga. Sullo stile della legge del taglione, occhio per occhio dente per dente. Sono quelli dellassociazione «Giovine Italia» che ordineranno allAmt spazi a pagamento con la scritta «Dio esiste ed è Gesù. Venite ad incontrarlo con noi» rinviando ad una assemblea che lassociazione terrà a Genova in febbraio e alla quale parteciperanno teologi, sacerdoti e uomini di scienza».
Arrivano reazioni anche da Roma. Sia dal Parlamento sia da oltre Tevere. «Il motivo dichiarato è quello di colpire il cardinale Angelo Bagnasco, reo di essere presidente dei vescovi italiani e, attraverso di lui la Chiesa italiana, rea di esistere». Lo scrive il Servizio Informazione Religiosa. «Forse - commenta monsignor Marco Doldi, teologo genovese - gli organizzatori non hanno tenuto conto del fatto che il messaggio riguarda ebrei, cristiani e musulmani. E non hanno tenuto conto che quello che a loro sembra civiltà (deridere chi crede in Dio) è motivo di grande sofferenza per queste persone ed è ostacolo allintegrazione dei popoli». «Parlare di Dio attraverso la propaganda e senza un confronto- prosegue don Doldi - è ridurre la questione a fatto banale». Interviene anche lAzione Cattolica diocesana per bocca del suo presidente Fabrizio Repetto che non è rimasto per nulla stupito dalla promozione, ma per il fatto che, secondo questo messaggio, «oltre il novanta per cento della popolazione mondiale sarebbe nellerrore e avrebbe preso un gigantesco abbaglio».
Dal Senato arrivano invece le dichiarazioni del capogruppo Pdl Maurizio Gasparri che se la prende con la Vincenzi: «La libertà di pensiero è sacrosanta, ma la campagna pubblicitaria a pagamento sullateismo ospitata sui bus di Genova sconcerta e rattrista. Forse bisognerebbe avere il coraggio di affittare gli stessi spazi scrivendo quello che si ha diritto di pensare del sindaco di Genova e dei gestori della società di trasporti della città ligure. Ma il giudizio sarebbe inevitabilmente offensivo e quindi non potrebbe essere espresso». Dalla Camera fa eco a Gasparri Gabriella Carlucci (Pdl) anche lei critica contro la scelta dellamministrazione comunale che non è intervenuta direttamente per bloccare quella che definisce una «pagliacciata». «Reclamizzare lateismo in una città a forte maggioranza cattolica, nella città del presidente della Cei, il cardinale Bagnasco, è un fatto estremamente grave che deve essere assolutamente stigmatizzato». Parlano anche le altre religioni. Interessate ma fino a un certo punto visto che lazione degli atei ha un intento puramente provocatorio nei confronti della Chiesa Cattolica. Poi si espone Ettore De Romedis, amministratore delegato di Sviluppo Italia, «mi vergogno di essere genovese».
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