RomaNel giorno del giuramento dei due nuovi ministri, Nitto Francesco Palma alla Giustizia e Anna Maria Bernini alle Politiche comunitarie, Berlusconi scherza al Colle: «Ormai sono povero» dopo i 564 milioni versati a De Benedetti, avrebbe detto sorridendo al capo dello Stato. Intanto Alfano prende il timone del Pdl. Una partenza sprint, con la prima riunione del Gruppo delle regole. Lidea è quella di rilanciare il partito secondo le linee guida annunciate durante il giorno della sua acclamazione a segretario nazionale. In sostanza: regole e sanzioni interne e maggiore democrazia e coinvolgimento.
«Il Popolo della libertà si organizzerà con la partecipazione più ampia possibile di tutti i nostri elettori, militanti, iscritti, di tutti coloro i quali vorranno contribuire a questo tempo nuovo del partito del Pdl - assicura Alfano -. A settembre determineremo tutte le regole e faremo sì che già ad ottobre-novembre si possano svolgere la elezione di tutti i nostri leader locali. E lo stesso metodo utilizzeremo per indicare i nostri candidati alle elezioni amministrative». Benvenute primarie, quindi. Del gruppo fanno parte i big del partito, nella logica del più netto superamento delle quote ex An ed ex Forza Italia. Ci sono i tre coordinatori Sandro Bondi, Ignazio La Russa, Denis Verdini; i capigruppo parlamentari Maurizio Gasparri, Gaetano Quagliariello, Fabrizio Cicchitto, Massimo Corsaro, Mario Mauro; il presidente della Lombardia Roberto Formigoni, il presidente della Provincia di Catania Giuseppe Castiglione e il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Nel gruppone anche Maurizio Lupi, Altero Matteoli e Claudio Scajola; il rappresentante dei partiti cofondatori: Mauro Cutrufo; il vicepresidente del Ppe Antonio Tajani, Franco Frattini, Maria Stella Gelmini, Raffaele Fitto, Rocco Crimi e Gregorio Fontana.
«Tutto sè svolto in un clima di entusiamo e di grande unità dintenti», racconta uno dei partecipanti. «Lobiettivo è quello di dare al partito un colpo dala sia allinterno, con i congressi locali, sia verso lesterno contribuendo a rafforzare il rassemblement dei moderati». Nessun mistero che il fine ultimo sia quello di creare un Ppe italiano. Il che vuol dire unapertura allUdc che già adesso, alleuroparlamento, siede accanto ai deputati pidiellini. «Daltronde lha detto chiaro e tondo Alfano, sia al consiglio nazionale dello scorso primo luglio, sia qualche giorno fa durante la conferenza stampa con Urso e Ronchi», sottolinea lonorevole del Pdl. «Certo, gli amici centristi non ci devono dare una risposta in due giorni, ma la strada è quella e ci stiamo già lavorando». Rafforzarsi al centro, quindi. E riconquistare consensi sul territorio.
Ce la farà Alfano? «Ha tutte le opportunità per farcela a condizione che metta al centro della sua azione gli obiettivi politici e non lorganizzazione - dice lonorevole Stracquadanio -. Il Pdl ha cercato di vivere di rendita sul carisma di Berlusconi senza produrre idee, progetti e classe dirigente. È stato in qualche modo un partito parassita. Inizi ad essere un partito protagonista». Se cambieranno i rapporti con la Lega, Stracquadanio non lo auspica affatto: «No, diventeranno più stretti perché Pdl e Lega condividono un blocco sociale che è il motore della trasformazione del Paese e che per qualche aspetto è più avanti rispetto ai partiti di riferimento. E chiede loro di essere sempre meno statalisti e sempre più vicini alle esigenze di chi lavora e crea ricchezza».
Avanti tutta, quindi. Con i ritocchi allesecutivo che riguardano linserimento di Elio Belcastro, di Popolo e territorio. Sarà sottosegretario allAmbiente.
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