Partite truccate: ecco perché il tennis è lo sport più a rischio

Le partite combinate sono un motivo sufficiente per stare alla larga dalle scommesse? Domanda di tipo matematico, non etico. La questione è tornata d’attualità dopo che in varie interviste Michael Franzese ha spiegato come il tennis, molto più dei vituperati calcio e ippica, sia diventato la terra promessa del «match fixing». Franzese, ex boss mafioso nel ramo scommesse ora reincarnatosi in consulente dell’Fbi e di varie federazioni sportive, ha spiegato le motivazioni concrete dei tennisti corrotti (quando come premi un’uscita nei primi turni frutta meno di una puntata «anonima» contro se stessi) che lui stesso contattava. E quelle psicologiche: «Lo sport individuale abitua gli atleti al rischio e li porta all’azzardo anche oltre la propria convenienza, mentre negli sport di squadra il giocatore-tipo è più calcolatore». Nel Wimbledon in corso la partita di primo turno Melzer-Odesnik è stata oggetto di indagine per il volume generato in proporzione alla notorietà dei due, quindi è utile per rispondere al quesito iniziale. Siccome la base ideologica del tarocco è «Assicurare un risultato probabile, solo in casi estremi inventarne uno assurdo», anche il giocatore fuori dal giro che segua i volumi o il semplice movimento delle quote può farsi un’idea di cosa stia maturando. Infatti sulla partita sono confluiti volumi trenta volte superiori al normale, con preferenza per la vittoria di Melzer in tre set.

Come è poi avvenuto e come, bisogna dire, dal punto di vista tecnico era probabile. Dal punto vista pratico lo scommettitore onesto è quindi contro le partite combinate, ma solo perché gli fanno abbassare la quota.
stefano@indiscreto.it

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