Pasquetta La «solita» Genova che si chiude in faccia ai turisti

Genova? Piazza Caricamento al massimo. Il resto della città non esiste. Il resto di quella città che parla di turismo, che fa discorsi sulla qualità, che manda comunicati sui musei aperti, è chiusa. C’è il sole, c’è il pienone delle Pasquette migliori, ma Genova è fuori porta. Fanno festa persino i mendicanti. Non se ne trova uno neppure sotto il ponte Monumentale o sulle scale del sottopasso di via Cadorna, ai semafori non ci sono i lavavetri. In via Venti Settembre ci sono due bar aperti con la coda di fuori, oppure l’alternativa per mangiare qualcosa è il Mc Donald’s preso d’assalto dalle famiglie.
La fotografia è questa, prendere o lasciare. E i turisti lasciano, perché si arrangiano decidendo di spostarsi dove qualcuno li vuole. Si rifugiano dunque al Porto Antico, con l’immancabile fila indiana che obbliga a ore di attesa per entrare all’Acquario, ma anche gli stand in piazza Caricamento attirano tanti curiosi, lo spettacolino dei suonatori nativi d’America è l’unico intrattenimento o ottiene successo. Basta salire per via Soziglia per ritrovare le serrande abbassate, con un paio di eccezioni «premiate» dai turisti. Poi via Luccoli torna a essere un deserto.
I progetti annunciati in occasione dei grandi sbarchi delle crociere sembrano essere stati accantonati. I percorsi con le vie dello shopping, con i negozi aperti nelle zone dei musei e dei siti di interesse turistico appartengono ai ricordi.

Per fortuna a palazzo Ducale c’è un locale aperto e chi sceglie piazza De Ferrari per qualche foto ricordo non deve fare troppa strada per un caffè. Eppure Genova a Pasquetta è affollata. Mancano i genovesi, ma non i visitatori. (...)

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