Passa il piano cave Ma Caravaggio salva il santuario

Non ci sarà nessuna cava a Caravaggio, il Comune in provincia di Bergamo dove sorge un santuario mariano. Dopo le proteste della diocesi, della Coldiretti e di 48 sindaci, il Consiglio regionale ha approvato con voto segreto un emendamento del Pd che esclude la cava da tre milioni di metri cubi dal piano per la Provincia di Bergamo votato ieri.
Rispetto al piano originale, è ridotto il numero delle cave individuate nel Bergamasco. Nel piano non c’è più la cava di Calcinate, ci sono riduzioni nella zona dell’Isola bergamasca, di Arcene e di Telgate. Anche parti di Forza Italia e della Lega hanno voluto cancellare la cava. Il provvedimento «è in grado - sottolinea il presidente della commissione Ambiente Stefano Maullu (Fi) - di soddisfare il fabbisogno di Bergamo, anche se sarà necessaria una revisione successiva». «Il piano - ha ammesso Giuseppe Benigni (Pd) - esce migliore di come era entrato ma ci sono elementi di squilibrio» che dimostrano il bisogno di una nuova legge sui piani cave. Oltre a una nuova legge, secondo Marcello Saponaro (Verdi), «serve però anche un nuovo assessore all’Ambiente». Ma l’attuale assessore Marco Pagnoncelli non ha alcuna intenzione di rassegnare le dimissioni. «Ora - ha detto - il piano c’è.

Non è la prima né l’ultima volta che viene esclusa qualche localizzazione. Gli operatori che sono stati stralciati potranno ricorrere al Tar e alla luce delle sentenze che si sono consolidate vedranno accolte le loro ragioni».

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