Politica

«Passare con Fini? Non ci penso nemmeno Nel Fli solo cortigiani affamati di poltrone»

Quota 35, 36, 37... sembra di giocare al Lotto. Con i voti degli italiani. Nel toto-nomine di Futuro e libertà, il neo-partito di Gianfranco Fini, si parla di nuovi deputati del Pdl probabili new entry. Ma i diretti interessati smentiscono. È il caso di Gianni Mancuso, pidiellino convinto, ex Fronte della Gioventù, ex Msi ed ex An, che non ci pensa proprio a passare con Fini. Medico veterinario, Mancuso è presidente nazionale della Cassa dei 26mila veterinari italiani. Anche grazie a lui nella sua città è nato l'Istituto Veterinario di Novara, una prestigiosa struttura di ricovero e cura ad altissima specializzazione.
Onorevole Mancuso, qualcuno dice che lei sarebbe pronto a passare con Fini nel Fli.
«Nulla di più falso. La mia scelta di stare nel Pdl ha radici antiche, e anche motivazioni più recenti, come il rispetto degli elettori e il patto di una coerenza dovuta. Mi sono candidato nel 2008 nella lista del Pdl, non mi va di fare il trasformista».
Fini dice di essere stato cacciato dal Pdl. Non sarà piuttosto che è a caccia della poltrona di presidente della Repubblica?
«Tutto questo pasticcio nel centrodestra italiano è frutto di brama di potere. I cortigiani di cui Fini si è circondato, gli hanno fatto intraprendere questa battaglia sbagliata, rivelando un volto dell’ex leader di An che non conoscevo e che non mi piace».
Ma chi l'avrebbe cacciato?
«Nessuno. S’è messo nell’angolo da solo».
È normale che un Presidente della Camera fondi un nuovo partito?
«Assolutamente no. Anzi, dovrebbe fare tutto il contrario. Invece Fini, da presidente della Camera sta facendo politica come nessun altro prima di lui. Intendiamoci, nella conduzione dei lavori in Aula riconosco a Fini la correttezza, ma i problemi seri sono fuori dal Palazzo».
C'è chi ora ha la doppia tessera: per Fli, ma comunque ancora incollati al Pdl. Per questo Bocchino ha annunciato le dimissioni di tutti i componenti del Fli che ancora ricoprono incarichi dirigenziali del Pdl a livello nazionale e locale...
«Questo farebbe di certo chiarezza. Voler fare il partito nel partito non è certo ammissibile».
Le colombe Moffa, Viespoli e Menia hanno già sconfessato Bocchino.
«Mi sembra che non ci sia tutto questo monolitismo dietro Fini».
Chi sono i colonnelli e i generali di Fli?
«Io semmai mi domanderei: vedo un esercito con tanti comandanti, ma le truppe dove sono?».
Ma questo Fli è davvero la nuova An?
«È un partito geneticamente modificato, ma non è più l'An che lui ha portato in dote al Pdl. Tra l'altro, Fini ha lavorato almeno tre anni per portare la comunità di An nel Pdl, e poi ha preso le distanze con affermazioni che ci hanno messo in difficoltà».
Ossia?
«Sono state troppe le occasioni in cui Fini ha detto cose distoniche rispetto a quello che un elettore di destra si aspettava».
«Infame» è, come dice Fini, chi mette in mezzo la sua famiglia sui giornali, o piuttosto chi cede alla famiglia un appartamento ereditato da An?
«Premetto che mi trovo un po' a disagio a leggere notizie che non attaccano direttamente l'uomo politico. Ma è sotto gli occhi di tutti, anche grazie e soprattutto al Giornale di Feltri, l’operazione dell’appartamento stornato dal patrimonio di An. Vuol dire sangue, sudore e lacrime non solo dei 15 anni di An, ma anche e soprattutto nei decenni precedenti del Msi. So bene quant’era difficile aprire anche una sede provinciale. Trovo ripugnante che si possa prendere un’immobile di quel patrimonio dal valore economico e morale. Io, militante da oltre 35 anni, non posso non pensare a tutta la nostra storia e le nostre difficoltà. Tutto questo è immorale».
Un consiglio a Fini?
«Liberarsi dei cortigiani. Molti suoi errori sono imputabili anche ai cattivi consigli. Credevo di conoscere chi ci ha guidato per tanti anni. Poi ho dovuto brutalmente prendere atto che non è così. In questo momento Fini non sta affatto facendo il bene del centrodestra, né dell’Italia.

Ci ripensi».

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