L’arma contrattuale è una minaccia vera: il Paese bloccato. E così, in risposta ai camionisti che da giorni stanno paralizzando i rifornimenti da Nord a Sud, il governo lancia una carta irrifiutabile: un piano da 400 milioni di euro per il settore dell’autotrasporto. L’annuncio del ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, portato al question time alla Camera di ieri, ha sortito i primi effetti: Viabilità Italia segnalava nel pomeriggio una situazione viaria migliorata, blocchi allentati, un ripristino dei rifornimenti di carburante, anche se la situazione è ancora gravissima, con il Lazio a rischio esaurimento.
Alcuni presidi di camionisti irriducibili ancora non si sciolgono. A Napoli non partono i traghetti per Ischia e Procida. E arrivano i primi arresti: due conducenti fermati a Taranto, cinque a Caserta, mentre qualcun altro si è ritrovato le gomme del Tir distrutto perché aveva fatto il crumiro, decidendo di non scioperare.
Il danno di questi giorni poi rimane: ci sono 50mila tonnellate di cibo da buttare, secondo la Coldiretti, che sta predisponendo la distribuzione gratuita ai pensionati italiani e alle famiglie in difficoltà. Le perdite subite dall’agroalimentare sono quantificate in cento milioni di euro, e scatta l'allarme speculazione, con prezzi aumentati fino al 200%. A Roma non si trova più il pesce nei mercati, e stanno sparendo kiwi e zucchine.
Soprattutto, sedata parzialmente una protesta, si apre un fronte nuovo per il governo: i rincari sul carburante, e le nuove misure dell’Unione Europea, hanno portato in piazza ieri a Montecitorio alcune centinaia di pescatori. Un lancio di bombe carta, di petardi e di sedie di plastica, proprio a pochi metri dall’ingresso della Camera, ha fatto scattare la reazione di carabinieri e polizia, che hanno premuto i manifestanti oltre le transenne. A terra sono rimasti cinque feriti: un uomo che sanguinava alla testa, un altro con la mano fratturata e un terzo che lamentava dolori a una gamba. Sono i primi scontri avvenuti con il governo Monti, il primo confronto con la piazza.
«Assassini!», e «bastardi, ci lasciate in mutande», sono stati alcune delle grida rivolte ai poliziotti e ai ministri del governo. Da ieri c’è poi un secondo fronte di scontro per l’esecutivo: gli avvocati penalisti annunciano due giorni di serrata a febbraio contro le liberalizzazioni.
«Il settore dell’autotrasporto è destinatario di una riduzione compensata dei pedaggi autostradali pari, per il 2012, a 170 milioni di euro», ha annunciato Passera. Il governo, ha ricordato, «ha ampiamente affrontato le problematiche del settore e ha già individuato possibili soluzioni». Oltre alla riduzione dei pedaggi, «nel decreto di ripartizione dei fondi a favore del settore, pari a 400 milioni di euro», che sarà firmato «in tempi brevissimi», saranno garantite le risorse per la proroga degli incentivi agli autotrasportatori per l’utilizzo delle vie del mare Ecobonus» per «30 milioni di euro».
Nel decreto liberalizzazioni appena varato «è contenuta» poi «la norma che prevede il rimborso delle accise sul gasolio, a favore del settore, su base trimestrale e non più annuale». E sono state inserite misure per la «riduzione dei premi assicurativi e dei costi del carburante». La protesta dei Tir, ha fatto notare comunque Passera, è frutto di «movimenti isolati».
La Fiat ha annunciato che anche oggi ci sarà un’interruzione della produzione per il primo turno negli stabilimenti di Sevel, Melfi,
Mirafiori, Cassino e Pomigliano. A Napoli un convoglio con dieci autocisterne è stato preso a sassate dai manifestanti. A Marina di Massa vandali ignoti hanno squarciato ventiquattro pneumatici di tre Tir non scioperanti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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