La passività dei genovesi e la distruzione della città

(...) Da milanese quale io sono, quel «pensare a voce alta» di Giulia l’ho sentito «mio» come quegli abiti di alta sartoria che sembrano una seconda pelle, tanto te li senti bene addosso.
È vero, al di là dei differenti modi di approcciarsi, al di là di quella sensazione che a volte noi milanesi si prova di «essere di troppo» quando si entra in qualche negozio «zeneize», ma ciò che disorienta oggi è quella passività dei genovesi di fronte alla distruzione della propria città!
Ma com’è possibile essere incuranti di fronte al degrado, quasi assuefatti innanzi all’invasione multietnica che non si compone dei soli nordafricani che cercano di vivere integrandosi al meglio magari aprendo negozi di «besagnini» in quasi tutti i quartieri, ma che abbonda di illegali, di violenti, di nullafacenti e delinquenti, di rom, nomadi e zingari, di tunisini fuggiti dalle patrie galere e che bivaccano qui e là deturpando Genova sul piano dell’arredo urbano, sul piano igienico ed ancor più sulla sicurezza che pare esistere e funzionare alla meglio solo per l’assessore ad essa preposto.
Genova non merita questo quadro di spaventoso degrado che la fa somigliare più alla peggiore Napoli che alla maestosa Barcellona che tanto piace al Sindaco.
Ma soprattutto mi chiedo: perché i genovesi continuano a subire ed accettare tutto ciò?
Cosa li spinge ad assistere all’agonia della propria città senza voglia di reagire?
...Genova, la Dominante dei Lari, la Repubblica dei magnifici, potenza sui mercati del mondo che riuscì a sostenere nel 1409 la battaglia contro gli Aragonesi...

com’è possibile che nel 2011 non è in grado di sostenere una battaglia a sostegno di se stessa?
Sveglia, «zeneizi»... e se volete il sostegno di qualche milanese che rispetta la vostra città e, soprattutto, la ama davvero... ci siamo!!!
Un caro saluto a te ed a Giulia Guerri che sto apprezzando e stimando.

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