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da Milano

Slitta da ieri a oggi il verdetto finale sul salvataggio di Fingruppo e, di conseguenza, della finanziaria bresciana Hopa, Dopo circa due ore di udienza, il giudice della sezione fallimentare del tribunale di Brescia, Gianni Sabbadini, ha rimesso il giudizio alla camera di consiglio, che dovrebbe riunirsi oggi. «Il tribunale dovrà valutare se l’ipotesi fatta ai valori odierni - ha spiegato all’agenzia Radiocor Diego Rivetti, liquidatore di Fingruppo insieme a Cesare Vecchio - è in grado di rimuovere lo stato di insolvenza per l’accordo fra debitori e creditori». I liquidatori hanno infatti presentato il piano di ristrutturazione del debito, in base all’articolo 182 bis della nuova legge. La camera di consiglio deve decidere se l’accordo raggiunto sia sufficiente a permettere un accordo stragiudiziale fra creditori e soci uscenti, scongiurando il fallimento della finanziaria bresciana.
L’accordo, raggiunto dalle parti dopo una lunga trattativa notturna, prevede, secondo indiscrezioni, che le banche rinuncino a parte dei crediti per circa 100 milioni «ai valori attuali». Gli istituti bancari creditori sono cinque: Monte dei Paschi, Unipol, Unicredit, un gruppo estero e il Banco Popolare. Quest’ultimo risulta fra i più esposti nei confronti di Fingruppo, con un credito di 160 milioni. Nel caso il tribunale di Brescia si pronunci favorevolmente, e una volta ottenuta anche l’omologa (come per il concordato preventivo), la quota del 38,3% che Fingruppo detiene in Hopa passerebbe alla cordata composta da Mittel, la finanziaria, bresciana anch’essa, che fa riferimento al presidente Giovanni Bazoli, e dal fondo di private equity Equinox, insieme con Mps e Banco Popolare che, daranno vita alla newco per Hopa.
La partita, secondo fonti vicine alle banche, è vicina alla sua conclusione. Ma non si possono escludere colpi di scena, perché non bisogna dimenticare che la richiesta di fallimento di Fingruppo è arrivata anche in seguito a un’indagine penale, con tanto di sequestro di documenti societari. L’accordo con i creditori e l’operazione Mittel-Equinox, dunque, devono attendere che tutte le procedure siano rispettate e che i giudici valutino la questione fino in fondo.

I pronostici sono comunque tutti a favore del «lieto fine», anche perché la valenza politico-economica, oltre che finanziaria, dell’operazione Mittel-Fingruppo-Hopa è importante: si tratta di riunire sotto un’unica insegna le diverse anime della finanza bresciana. Quella cattolica guidata da Bazoli e quella laica (se non più puramente «affarista») della razza padana un tempo guidata da Emilio Gnutti. Che però, e non a caso, non farà parte della nuova avventura.

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