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Patate di rigore con il capretto arrosto panettone non lievitato e torta di mele

Al Nord i dati dicono che a Pasqua si va di più a pranzo fuori. Insomma, che sia con la famiglia o con gli amici il pranzone si fa al ristorante. In Lombardia, ma a quanto pare anche a Milano. Quei pochi che non abbandonano la Madonnina per le feste chiudono casa e soprattutto la cucina, per farsi fare qualche leccornia in trattoria. Di rigore anche quassù capretti e agnelli che vanno a compensare il digiuno quaresimale.
Lo conferma Marco Comini titolare del «Matarel», ristorante tipico in centro a Milano. Da cinquant’anni - dice lui - i clienti della Pasqua sono sempre gli stessi. Seduti a questi tavoli anno dopo anno passano le generazioni ma non cambiano i menù.
Guai a chiedere se qualcuno azzarda qualche richiesta particolare. Il signor Comini quasi s’offende. Il suo motto lo dice chiaro: «In cucina non c’è da inventare niente. C’è solo da interpretare bene». E visto che è aperto dal 1958 c’è da credere che abbia le sue ragioni. Così domani nel menu c’è il capretto al forno con le patate e c’è pure il salame di «filzetta» morbido e dolce tipico proprio di questa regione. Poi c’è tutto quello che si trova anche negli altri giorni. E cioè, ad esempio, l’arrustin negaà che è in pratica la nonna della cotoletta e ci sono i risotti, gli ossobuchi.
I posti per domani sono tutti esauriti. Prenotati come tradizione vuole.
Si comincerà con gli antipasti, si proseguirà col capretto, si finirà col dolce.

E qui tradizione vuole il cosiddetto «El michelat» una specie di panettone non lievitato che andrà a fare compagnia a una speciale torta di mele.

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