Patatrac per il terzo tour operator britannico: 20 milioni di sterline per rimpatriare 90mila inglesi

Londra. Giorni difficili anche per il terzo tour operator della Gran Bretagna, la XL. Il governo inglese rischia di ritrovarsi un conto da 20 milioni di sterline da pagare dopo il crollo della società che ha bloccato tutti i suoi 21 aerei facendo saltare il rientro in patria di circa 90mila persone. I britannici all’estero saranno soccorsi da altre compagnie aeree e da charter gestiti dall’Authority per l’aviazione civile, che ha promesso anche indennizzi a quasi tutti coloro che avevano prenotato pacchetti vacanze. Sono esclusi solo i 10.000 che avevano comprato con XL il solo biglietto aereo. Fra i 90mila all’estero e quelli in partenza, ci sono 285mila turisti da riportare a casa o rimborsare almeno in parte. Nella compagnia stessa e nelle sue sussidiarie 1.700 persone rischiano il lavoro, fra cui 200 piloti. Ma sarà il governo a pagare: l’Authority, scrive il sito web del quotidiano The Guardian, ha già un deficit di 21 milioni di sterline. E il governo «ha garantito il fondo d’emergenza della Caa, l’autorità dell’aviazione civile».

La Caa potrà riscuotere circa 42 milioni di sterline dalle assicurazioni che la XL era stata costretta a sottoscrivere con sette delle più grandi compagnie britanniche, quando in marzo ha rinnovato la sua licenza operativa.

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