Una patente a punti per i locali della capitale

Una patente a punti per garantire più qualità e più servizi in bar e ristoranti del centro. Un freno alla movida notturna. Stop a nuove licenze negli esercizi pubblici di Tridente, Trastevere e Testaccio. Il rilascio delle licenze di somministrazione di alimenti e bevande nel centro storico è stato da sempre al centro dell’attenzione dell’amministrazione Alemanno. Il regolamento oggi in vigore è piuttosto lacunoso. La legge nazionale Bersani del 2006 di fatto liberalizza le attività di somministrazione. Ma solo a gennaio 2009 la Regione Lazio ha approvato il regolamento, che prevede per i Comuni la possibilità di applicare nuovi parametri e criteri di programmazione. Ieri il gap è stato colmato. L’assessore capitolino al commercio Davide Bordoni ha finalmente presentato il nuovo regolamento. Una sorta di rivoluzione per gli esercizi pubblici (bar, birrerie, pub, tavole calde, ristoranti). Il regolamento suddivide il territorio di Roma in tre aree: A,B,C. E prevede una maggiore tutela del centro, sia con misure di salvaguardia della valenza storica dei luoghi sia con maggiori norme di sicurezza.
Ma vediamo il dettaglio. L’articolo 9 del nuovo regolamento prevede che il rilascio di nuove licenze per attività di somministrazione di alimenti e bevande sia subordinato a precisi requisiti strutturali e a criteri di qualità. Tre i requisiti: raccolta differenziata dei rifiuti all’interno del locale, superficie minima di 16 metri quadri per i locali dotati di cucina e 8 per quelli sprovvisti, assenza di barriere architettoniche. Fra i criteri di qualità, invece, i più importanti sono: disponibilità di parcheggio privato entro i 300 metri (50 punti), insonorizzazione dei locali (40 punti), bagni distinti per sesso (15 punti), area baby (15 punti), un posto a sedere ogni 1,5 metri quadri (10 punti), climatizzazione del locale (10 punti), assenza di videogiochi (10 punti). Cinque punti anche per il servizio di vigilantes all’esterno: «Con questa misura intendiamo frenare gli eccessi della movida notturna nelle piazze del centro più a rischio», sottolinea l’assessore Bordoni.
La somma dei punti potenziali è pari a 200. Per aprire un nuovo esercizio pubblico, oltre a soddisfare tutti i requisiti strutturali, deve essere garantito anche un punteggio minimo, differente a seconda delle zone. Per la A, che comprende la Città storica (municipi I, III, XVII), vengono richiesti almeno 170 punti per avere la licenza. La zona B, la Città consolidata (Flaminio-Parioli, eccetera), richiede almeno 155 punti. Infine la zona C, la Città da ristrutturare, richiede non meno di 120 punti.
Sempre nella zona A, il rilascio di nuove licenze è vietato in determinati quartieri: Tridente, Trastevere e Testaccio (I), San Lorenzo (III), Borgo (XVII). «Abbiamo così voluto salvaguardare zone di particolare rilievo storico-artistico e ambientale o già congestionate dalla presenza di troppi locali - spiega Bordoni -. I municipi comunque potranno rilasciare nuove licenze in deroga, pur senza stravolgere le linee base del regolamento».


Agevolazioni in termini di punteggio sono riconosciute per il trasferimento di attività già in essere al momento dell’adozione del regolamento o per i quali sia intervenuto un provvedimento di sfratto. Il nuovo regolamento dovrà ora essere inviato ai Municipi per il parere di competenza, e sarà poi sottoposto al Consiglio comunale per l’approvazione definitiva.

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