Dopo il patto, i tassisti battono cassa

Sì ai nuovi turni, no al secondo conducente. Il giorno dopo la firma dell’accordo tra Comune e sindacati, i tassisti milanesi si lasciano andare ai commenti. E la soddisfazione è solo parziale. Il «patto» presenta innovazioni positive, come la riorganizzazione degli orari di servizio che limita i «turni morti» e aumenta i mezzi in strada durante gli orari critici, ma solleva anche alcune perplessità, soprattutto sulla sperimentazione di un secondo autista: per la categoria i costi sono eccessivi. Altro punto di discussione, i controlli: Comune e tassisti creeranno una commissione per vigilare sul servizio ma già ci si chiede chi dovrà pagare gli apparecchi satellitari da montare sui veicoli non iscritti ai radiotaxi. Intanto, la nuova battaglia si farà sulle tariffe: le «auto bianche» chiedono un aumento attorno al 10%, ma il Pirellone frena.

«Prima di concedere aumenti bisogna vedere se davvero il servizio migliora», è l’opinione di Raffaele Cattaneo, assessore regionale ai Trasporti. Duro invece il parere di Alfonso Faccioli, del Coordinamento ambientalista taxi: «Un inciucio: i più furbi finiranno per creare delle microcooperative mentre gli altri avranno meno lavoro e più tasse».

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