Politica

Paura per Mastella, ma il pacco è un’opera d’arte

da Roma

«Il mio è stato un gesto artistico di solidarietà, con l’obiettivo di sollevare l’attenzione verso il caso di Britel Abu Elkassim, senza alcuna minaccia, né scopo intimidatorio». Giovanni Bianchini, 42 anni, è lo scultore residente a Bergamo, che la mattina della vigilia di Natale ha spedito una delle sue opere al ministro della Giustizia Clemente Mastella, scambiata invece per un pacco contenente delle minacce. «Avevo messo con le mie opere anche il mittente, il mio indirizzo e-mail e anche il link al mio sito dove sono mostrate delle loro foto: non è proprio quello che si chiama un pacco minatorio». L’artista Giovanni Bianchini, viareggino residente a Bergamo, è stupefatto dal clamore sollevato dalla sua iniziativa a favore di Britel Abu Elkassim: quattro piccole opere scambiate per un messaggio intimidatorio al ministro Mastella.
«Non c’era ovviamente nemmeno alcuna scritta in arabo - continua -. Erano quattro piccoli manichini anatomici di quelli in uso negli studi artistici messi nella posizione della tortura, visto che Elkassim è stato torturato. Le ho spedite a Mastella, a D’Alema, all’ambasciata marocchina in Italia e al re del Marocco, e fanno parte di una serie. Mai avrei pensato che qualcuno potesse scambiarle per un messaggio intimidatorio». Britel Abu Elkassim, residente a Bergamo, è stato e arrestato nel 2002 in Pakistan come sospetto appartenente ad Al Qaida. L’uomo nel 2004 è stato portato in Marocco, dove è stato condannato a nove anni di carcere per i reati di associazione sovversiva e per tenuta di riunioni non autorizzate. Il 16 novembre scorso Elkassim ha cominciato uno sciopero della fame per protestare contro la sua illegittima scarcerazione.


Il 20 dicembre il sindaco di Bergamo Roberto Bruni si è appellato al presidente del Consiglio Romano Prodi e al ministro degli Esteri Massimo D'Alema per chiedere un intervento del governo italiano a favore di Elkassim, facendo seguito alla richiesta di grazia presentata da tempo da parlamentari italiani ed europei a re del Marocco Mohammed VI.

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