Pavia scende in piazza con i suoi «Saperi»

Legata alla vita del suo fiume, Pavia ha alle spalle una storia millenaria testimoniata dai monumenti romanici, dalle vie acciottolate che scendono al Ticino, dalle torri in mattoni rossi che si alzano tra i palazzi del centro storico. Ma l’istituzione a cui la città deve la sua maggiore fama è l’Università. E per avvicinare ancor di più l’ateneo alla «sua» città, da mercoledì 6 a domenica 10 settembre prossimi si svolgerà la prima edizione del «Festival dei Saperi», una «quattro giorni» (più una quinta giornata, la tradizionale «festa del Ticino» di fine estate) all’insegna degli incontri con la gente, del dialogo fra arte, musica, spettacolo. Il tema proposto è «L’uomo e il suo doppio. L’identità dell’uomo contemporaneo, tra tecnica e umanesimo». Il «doppio» nel senso di cultura scientifica e filosofica. Di passato e presente. Di novità e tradizione. Piazze e cortili dell’Università ospiteranno incontri con scienziati sui temi più attuali, soprattutto inerenti la genetica, ma anche con filosofi che discuteranno degli aspetti etici a essi correlati.
A questo filo conduttore che vede contrapporsi la ragione con l’«anima» dell’uomo, si affiancano e s’intrecciano altre polarità: il pensiero contemporaneo lascia spazio alla storia, l’ateneo al territorio. Sono infatti previsti percorsi tra i monumenti, visite guidate ai musei, conferenze di storia dell’arte. La mostra «DADADA. Dada e dadaismi del contemporaneo 1916-2006» sarà inaugurata il 6 settembre nel Castello Visconteo. E nelle vie sono previsti concerti di musica classica, barocca, jazz. Uno spazio è dedicato ai videoclip, forma espressiva tra le più recenti. E infine sono programmate attività per i più piccoli, sempre legate alla scoperta del patrimonio storico locale. Il tutto culminerà in una «Notte bianca» (la prima per la città) con musei aperti e gratuiti, musica per le strade, spettacoli itineranti.

A Edoardo Sanguineti, che ogni giorno tratterà un differente tema inerente il pensiero contemporaneo, spetterà la simbolica chiusura delle attività culturali, domenica sera, con letture sceniche tratte dal De rerum natura di Lucrezio. Quale migliore conclusione per una kermesse tra scienza e filosofia?

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