Valli a capire questi arbitri, chissà cosa mai sarebbe il calcio senza di loro. Magari con un robottino in mezzo al campo o tante telecamere collegate a un mega computer per determinare falli, fuorigioco e, buon ultimo, gol fantasma. Ma lonnipotente presidente Fifa, il colonnello svizzero Joseph Blatter, non vuole cambiare di un millimetro quelle regole che dal 1853 fanno gioire e impazzire milioni di persone. Tutto si evolve, non le regole del calcio che restano fisse ed immutabili con il potere di vita e di morte (si fa per dire) demandato esclusivamente alle giacchette nere, ora colorate più di un Arlecchino. Ed è finito anche il campionato 2010/11, fortunatamente senza troppi guai nella giornata conclusiva, ma è quello che era successo nei 37 turni precedenti a segnare la stagione come una delle peggiori della classe arbitrale.
È inutile ricordare i tanti errori che tra sabato (a causa degli anticipi) e domenica i filmati televisivi ci portavano in casa, però ben osservati prima dai tifosi che negli stadi potevano dissentire solo coi fischi e con lormai classica «pañolada» (vedi Cagliari e Inter) che si è trasformata in un rito e in un divertimento. «Più arbitri per fare meno errori» aveva sentenziato il totem Pierluigi Collina, responsabile degli arbitri Uefa, accogliendo con soddisfazione la decisione dellInternational Board di utilizzare cinque arbitri agli europei 2012 (esperimento già attuato in questa stagione in Champions e Europa league). Ma il vero problema è che se gli arbitri sono scarsi, non è che in cinque diventano fenomeni e, in questo, la premiata ditta Nicchi-Braschi, il primo presidente dellAia, laltro designatore della serie A ha clamorosamente fallito (buoni invece i risultati di Roberto Rosetti, designatore di serie B). Porte aperte a fischietti alle prime armi nellultima giornata: il tarantino Cervellera allesordio ha visto i corregionali del Bari travolgere il Bologna; Calvarese di Teramo alla terza presenza in A ha fischito i bresciani ormai retrocessi; il grossetano Velotto, dopo 12 apparizioni in A nella stagione 2009/10, ha fatto lesordio stagionale a Cagliari, proprio un premio malgrado una stagione senza infamia e senza lode tra i cadetti. Il barese Nasca fa bis in A a Genova, come lalessandrino Gallione a Palermo.
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