Pd contro Marta anche quando si parla dei tassisti

Cosa dice Marta Vincenzi? Dice di sì? Allora il Pd dice di no. Il siparietto va avanti. Su tutto. Ieri è stata la volta della protesta dei tassisti, quella categoria che ha iniziato la rivolta alle liberalizzazioni di Mario Monti e che è stata salutata dalla sindaco al grido di «Buona lotta!».
Pochi giorni fa, in piazza De Ferrari, di fronte al cuore di Genova paralizzato dalle auto bianche, Marta Vincenzi aveva portato la propria solidarietà a chi rischiava di perdere il frutto di tanti sacrifici. Ieri il suo stesso partito l’ha smentita clamorosamente in Regione, scaricando proprio i tassisti e diventando l’unico partito a dichiararsi persino contrario a un confronto. Una posizione talmente incredibile da lasciare almeno il dubbio che avesse anche un significato diretto proprio alla candidata più scomoda che il Pd si sia mai ritrovato a gestire.
Il fatto è presto riassumibile. Edoardo Rixi e Francesco Bruzzone, consiglieri della Lega, avevano preparato un ordine del giorno da far approvare urgentemente all’assemblea. Era un testo concordato e limato proprio con Confartigianato Taxi. Soprattutto era un documento tanto lineare da trovare il consenso di tutti i partiti, persino di quelli che votano a priori contro qualsiasi iniziativa della Lega. Con le firme di tutti i capigruppo si sarebbe potuto presentare in assemblea prima di ogni altro punto, evitando i tempi tecnici. Sarebbe anche stato discusso e approvato prima della sospensione per le solite proteste in aula.
Invece il gruppo del Pd ha detto no. Si è opposto, e con il suo veto ha impedito che si parlasse del problema dei taxi. L’ordine del giorno avrebbe solo chiesto alla regione di farsi tramite con il governo per chiedere che «la regolazione del servizio taxi rimanga in capo a Regioni e Comuni», o che sia «adottato un protocollo d’intesa» per andare incontro alle esigenze delle liberalizzazioni ma anche della professionalità dei tassisti. Niente. Per il Pd il governo Monti è perfetto, talmente impeccabile che non va mai contraddetto.

«Non vogliono andare contro le direttive nazionali - tuona Rixi -. E hanno più a cuore gli interessi del governo Monti che quelli delle categorie prese di mira e massacrayi da un esecutivo non eletto che fa cassa sulla pelle dei lavoratori e dei pensionati del Nord».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica