Pd, Rutelli: "Davanti a noi un tragitto diverso" Camera e Senato, si cambia: via i capigruppo

Dopo le primarie Rutelli prepara l'uscita: "Tracciare un tragitto differente unendo persone diverse che hanno culture diverse". Soro si dimette da capogruppo alla Camera

Pd, Rutelli: "Davanti a noi un tragitto diverso" 
Camera e Senato, si cambia: via i capigruppo

Milano -  Il cammino è segnato. Francesco Rutelli ha scelto di percorrere un'altra strada, fuori dal Pd. Lo aveva anticipato in capitoletto del suo ultimo libro, aggiunto in fretta e furia prima di andare in stampa. Ovviamente prima delle primarie. Aveva fatto capire dove sarebbe voluto andare. E non ha cambiato idea. Due giorni dopo l'elezione di Pierluigi Bersani alla guida del partito ribadisce la sua scelta. Lo dice a chiare lettere: "Dobbiamo iniziare un tragitto differente, unendo persone diverse, che hanno culture diverse, che hanno capacità di mettersi al servizio operosamente che, per citare Aldo Bonomi, è l’Italia operosa e non l’Italia del rancore". Più chiaro di così non si può.

Rischio divisioni nel Paese Alla presentazione milanese del suo libro Rutelli traccia scenari apocalittici. "L’Italia si sta dividendo - ha detto - di fronte abbiamo la Lega contraente decisivo della destra e potremo avere la nascita del partito del sud tutto interno alle fila della destra. Dall’altra avremo un centrosinistra che non avrebbe parole decisive. Questo io lo considero un dramma. Per questo occorre fare emergere risposte positive".

Critiche alla sinistra L’ex sindaco di Roma è abbastanza chiaro sul centrosinistra: "È imperniato sul Pd che si ritrova ad essere un partito riformista alleato alle forze dipietriste". Lo scenario profetizzato "avviene nel pieno di una crisi che favorirà la rottura e non la coesione". Per l’ex vicepremier alla destra che propone "il funambolismo di Berlusconi" si contrappone "una sinistra che ripercorre il passato". Per questo ritiene necessario "correre i binari tracciati che sappiamo bene dove ci porteranno".

No al populismo "Mi metterò al servizio di un trasparente tentativo di dare a questo paese un’offerta politica che permetta di governare l’Italia senza lasciarla nella mani di un populismo che sta logorando irrevocabilmente il paese, l’economia e la società lasciando crateri e non orizzonti per il futuro della politica". Rutelli ha subito precisato che non sarà il leader di un nuovo partito politico. "Io mi interrogo - ha spiegato - e lo dico pubblicamente, con le persone accanto a me e con altri. Ma, qualunque iniziativa dovesse nascere, non sarò colui che la incarna e la rappresenta".

Di Pietro sarà un problema Secondo Rutelli il leader dell'Idv "prospera su quello che sarà uno dei problemi più grandi di Bersani. Dirà che D’Alema, che governa realmente nel Pd, vuole l’accordo con Berlusconi. Dirà che lui è l’unica opposizione. Ci ritroveremo così con una opposizione e una minoranza che si occuperà solo di fare le bucce al suo principale alleato".

Camera, si dimette Soro Il capogruppo del Pd alla Camera, Antonello Soro, preannuncia le proprie dimissioni. Potrebbero arrivare anche quelle di Anna Finocchiaro, capogruppo al Senato. Formalmente è un atto di cortesia, visto che il partito ha un nuovo leader e che tra la segreteria e i gruppi parlamentari ci deve essere piena sintonia. "Sia io che Anna Finocchiaro abbiamo deciso dalla settimana scorsa di convocare per domani l’assemblea dei parlamentari del nostro gruppo, rassegnare in quella sede, che è l’unica titolata a questa funzione, le nostre dimissioni, attivare la procedura di rinnovo delle cariche così come si fa all’indomani di un cambiamento importante di fase politica. Personalmente aggiungo che io non intendo riproporre la mia candidatura, come sanno da tempo tutti i miei collaboratori a cominciare dai miei due vice, e quindi le informazioni apparse oggi in proposito sono esattamente il contrario della verità". Lo dice a Radio Radicale il capogruppo del Pd Antonello Soro.

"Mi dimetto non per un contrasto politico né per un atto di straordinaria cortesia - prosegue Soro - ma semplicemente perché considero conclusa la fase politica che mi ha visto alla presidenza del gruppo e considero che il ricambio di classe dirigente fa parte della fisiologia democratica. È una decisione che ho preso dall’estate e credo che sia giusto che si avvii un ricambio del gruppo dirigente di direzione politica del gruppo parlamentare". 

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