Il Pd scrive il programma: volete sole o pioggia?

da Milano

Antonio Di Pietro, il grande escluso, la metterebbe così: ma che c’azzecca il tempo che farà domani con il partito democratico? Niente, anzi tutto. Perché se i candidati alle primarie continuano a litigare sull’opportunità o meno di litigare, in barba ai contenuti, allora è lecito che la «grande campagna di partecipazione» in vista del 14 ottobre punti non sui programmi ma sui sogni, che non costa nulla.
Càpita così che sul sito internet partitodemocratico.it, avviato ieri grazie a un lungimirante militante romano che ben quattro anni fa s’è premurato di registrarne il dominio, i sondaggi su cosa si aspettano i votanti del web e, si spera, dell’urna, suonino così: «Scegli il tempo di domani: sereno, abbondante nevicata, pioggerellina o temporale romantico», neanche a dirlo il sereno l’ha fatta da padrone. Oppure: «Scegli cosa vuoi che arrivi prima: il treno, le riforme, gli ultimi, la legge elettorale», e poiché la legge elettorale deve aver annoiato, nei treni non ci spera più nessuno e figurarsi negli ultimi, hanno vinto le riforme. E ancora: «Scegli la frase che non vuoi più sentire: fanno tutti così, lei non sa chi sono io, tengo famiglia, è colpa del governo precedente», ha vinto la prima seguita a ruota dalla quarta. Ci sono anche domande impegnate, certo, peccato che le risposte non debbano aver rincuorato i vertici del Pd. Per dire: dal nuovo soggetto, i naviganti si aspettano non tanto che assicuri una guida forte per il governo del Paese, quanto che rinnovi la classe dirigente. Su come dovrà essere il leader, poi, nessun dubbio: concreto nel risolvere i problemi.
Una parola, almeno a guardare come si beccavano ieri gli inquilini del «gallinaio» (la definizione è di Romano Prodi), sull’eterna questione, con gli sfidanti di Walter Veltroni ad accusarlo una volta di più di rappresentare gli apparati di partito e di essere insofferente alle altre candidature. «Veltroni dovrebbe ringraziarci, perché con tante candidature la competizione è diventata più vera e più interessante» punzecchiava Rosy Bindi. «La competizione, se virtuosa, rafforza il partito nascente, che altrimenti finirebbe per essere come sempre identificabile con il suo leader e dunque personalistico come nel caso di Berlusconi, che ci ha berlusconizzati tutti» mordeva Enrico Letta. «Presenterò candidati segretari in tutte le Regioni contro l’inciucione fra Ds e Margherita» sibilava Mario Adinolfi. Con contorno di magagne varie: il quotidiano della Margherita Europa ha avvertito che «il Pd dovrà essere autonomo dai sindacati», Arturo Parisi ha invitato per l’ennesima volta Veltroni a prender le distanze dalle alleanze di nuovo conio suggerite da Francesco Rutelli, e via così polemizzando. Insomma meglio parlare del tempo. E poiché la campagna per la grande mobilitazione di massa si pone l’obiettivo, dichiarato in una nota ufficiale del coordinamento nazionale, di preparare i cittadini «a quella svolta memorabile della vita politica italiana che saranno le primarie del 14 ottobre», i «sondaggi impossibili» non si limiteranno al web: le schede verranno stampate in un milione di copie, per cominciare, e distribuiti fra sezioni e feste di partito.


E se poi qualcuno volesse protestare, potrà sempre inviare un comunicato al sito: «Ti aiuteremo a veicolarlo sulle agenzie nazionali» è la promessa, o partecipare a uno dei trenta forum on line. Purché rispetti le regole. Una su tutte, raccomandano i gestori: non insultare.

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