Dopo la batosta delle scorse elezioni, il Pd lombardo rimette insieme i cocci e cerca una formula da cui ripartire. Sposta le pedine ma di fatto non brilla per nuove idee. Squadra che perde, sembra voler dire, non si cambia: Maurizio Martina, dopo la sconfitta in otto province, si ricandida alla guida regionale del partito, schierandosi dalla parte di Pierluigi Bersani. Ma non è detto che sia lui il nuovo segretario regionale. Alle primarie di ottobre dovrà vedersela con i candidati sostenuti da Franceschini e da Marino. In pole position ci sono Emanuele Fiano, parlamentare del Pd, per Franceschini e Vittorio Angiolini, avvocato della famiglia Englaro, tra i vari nomi possibili in quota Marino. Pierfrancesco Majorino, capogruppo Ds in Comune e Pippo Civati, leader dei «piombini» di Marino, hanno fatto un passo indietro. Non si esclude nemmeno la candidatura di una donna. Insomma, il valzer per la poltrona è aperto e a breve bisognerà anche decidere il candidato presidente che scenderà in campo contro il Pdl alle elezioni regionali.
Reduce dalla sconfitta in Provincia, Filippo Penati lancia l’input in vista della fase congressuale in autunno: «Il nostro obbiettivo - intima - deve essere quello di rafforzare il partito e aumentare le sue capacità di recuperare consensi. L’obbiettivo per tutti resta quello di battere Berlusconi a livello nazionale, Formigoni e la Moratti in Lombardia e a Milano. Tutte le candidature siano scelte con le primarie». Più cauto Franco Mirabelli (Pd regionale) che preferisce ragionare sul medio periodo: prima si pensi alle regionali e dopo, solo dopo, alle comunali. Un passo per volta. «Parlare delle comunali del 2011 e non delle regionali del 2010 lancia un segnale sbagliato, come se si desse già per persa la partita in Regione Lombardia». Insomma, nemmeno sui metodi per affrontare le nuove sfide sembra ci sia molta unione. Ne è consapevole Maurizio Martina che, nel ripresentarsi come candidato, ammette: «I nostri avversari sono stati capaci di quella coralità che a noi è mancata». Per questo si ripropone «come segretario a tempo pieno» e cercherà di recuperare i voti del ceto medio e produttivo. Martina sa bene che le carte del congresso «vanno giocate al meglio per capire se il Pd davvero può farcela a rinnovarsi». E sa anche che «in Lombardia il Pd si misura con la top ten del centrodestra nazionale». L’intento del Pd lombardo è quello di ripartire da un’impostazione «autonoma nelle idee e nell’organizzazione». Il centrosinistra cambia la formazione anche dietro ai banchi del Consiglio regionale.
Oggi in aula sarà annunciata la costituzione di un nuovo gruppo.
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