(...) Il Comune di Genova ha risposto alla richiesta di occupazione di suolo pubblico in piazza della Commenda (mica in piazza Alimonda, che resta peraltro un luogo pubblico e non passato ai no global per usucapione) dicendo che non si può perché ci sarebbe già unaltra manifestazione organizzata per la ricorrenza di oggi. Quale? Boh! Non lo sanno neppure i no global. Il consigliere comunale Stefano Balleari ha presentato uninterrogazione per sapere quale fosse la manifestazione già indetta. Ma a sbugiardare il Comune ci pensa addirittura il sito Indymedia, la voce del movimento in rete, che annuncia lintenzione di Gianni Plinio e Matteo Rosso di ritrovarsi oggi alla Commenda. I no global rispondono così: «Alla solita provocazione dei fascisti e razzisti si risponde con la mobilitazione! Mercoledì mattina tutti alla Commenda, per sostenere i migranti, contro la xenofobia di questi stronzi, che sono i veri violenti e provocatori! Neghiamo il centro storico ai fascisti! Nessun passo indietro!» Loro «rispondono», chiamano alla contromanifestazione. Cioè non avevano nulla in programma.
E allora qual è il problema? Perché è stato negato un diritto costituzionale così enorme? Al di là della risposta politica chiaramente contenuta nelle parole del sindaco Marta Vincenzi che ha chiaramente schierato la città da una parte ben precisa, cè una sorta di coprifuoco imposto a Genova. Un accordo sottotraccia, probabilmente pure una specie di circolare scritta emanata alle forze dellordine e alle istituzioni per fare in modo che dal 12 al 23 luglio, cioè già dieci giorni prima delle manifestazioni dei no global, Genova sia una città a totale disposizione degli antagonisti. Plinio e Rosso hanno fatto sapere di «rinunciare per senso di responsabilità» alla richiesta di organizzare la raccolta firme in piazza della Commenda. Hanno ricevuto anche lapprezzamento dei responsabili dellordine pubblico. Ma hanno anche finito per subire lennesimo sopruso, hanno ceduto al ricatto della violenza che questa volta è stato anche messo nero su bianco con una lettera su carta intestata del Comune.
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