Una giornata di tesseramento per il Pdl e l’apertura della campagna elettorale con la presentazione del programma del centrodestra a Sesto san Giovanni fa paura ai compagni del Pd e dell’ultrasinistra. Che con urla e fischi cercano di impedirla. Solito rituale con tanto di braccia sinistre levate e pugni chiusi che ormai si possono vedere in ben poche piazze oltre a quella dell’ex Stalingrado d’Italia alla quale, per cambiar colore, non sembra bastare nemmeno l’indagine dei pubblici ministeri di Monza che hanno finalmente scoperchiato la trama di tangenti, finanziamenti e connivenze tra amministratori di sinistra, imprenditori e cooperative rosse. Quello che ormai per tutti era il «sistema Sesto» di cui l’ex sindaco Filippo Penati, uomo forte del Pd e capo della segreteria politica di Pierluigi Bersani, secondo i pubblici ministeri Franca Macchia e Walter Mapelli sarebbe stato insieme al suo braccio destro Giordano Vimercati il gran tessitore. Roba da tribunale che però spaventa la sinistra sestese che alle imminenti elezioni amministrative comincia a temere di perdere una delle sue roccaforti. E così ieri in piazza insieme a contestatori incivili c’erano anche l’assessore alla Cultura del Pd Monica Chittò e il vicesindaco di Rifondazione Comunista Demetrio Morabito. Visto da qualcuno levare un ben poco urbano dito medio verso il palco. Da cui parlavano il coordinatore regionale Mario mantovani, il sottosegretario Daniela Santanché, l’ex vicesindaco di Milano Riccardo De Corato e gli assessori regionali Romano La Russa e Stefano Maullu protetti dal cordone delle forze dell’ordine. Ma applauditi dai molti cittadini di Sesto e dai militanti del centrodestra arrivati per partecipare alla manifestazione. «Noi - ha spiegato il senatore Mantovani - non ci siamo mai permessi e mai ci permetteremo di andare a disturbare una manifestazione del centrosinistra. Il fatto poi che tra i più animati contestatori ci fossero il vicesindaco della città e l’assessore alla Cultura, la dice lunga sul senso di rispetto della democrazia e delle istituzioni di questa gente». Per nulla intimorita la Santanché. «Invece di essere qui a fischiare - ha replicato dal palco ai fischi - dovreste essere nascosti, chiusi in casa, pensando a tutto quello che è accaduto a Sesto. Vero, vicesindaco Morabito?». Chiaro il riferimento all’arresto per tangenti del collega di giunta, l’ex assessore Pasqualino Di Leva, ancora in carcere a Monza. E De Corato assicura che «proprio dall’ex Stalingrado d’Italia, dalla città nella quale la sinistra ha messo in piedi uno dei più sofisticati sistemi corruttivi, partirà dopo mezzo secolo di governo della sinistra un messaggio di rinnovamento della politica». E alla fine gli organizzatori della giornata spiegano che solo nella prima ora le tessere staccate sono state 253. Il segno che a Sesto dopo le mazzette rosse sull’area ex Falck c’è voglia di cambiare. Come testimonia la dura reazione dell’ex sindaco Penati che si scaglia contro il centrodestra e l’imprenditore diventato il suo grande accusatore.
«Il candidato di Pdl, Lega e Udc Giuseppe Pasini - il suo comunicato stampa -, ha diffamato Sesto e tutti i suoi cittadini, quegli stessi cittadini che solo quattro anni fa avrebbe voluto governare».Contemporaneamente erano 50 i gazebo allestiti dal Pdl in tutta la Lombardia per rilanciare la campagna di tesseramento che porterà alla stagione dei congressi annunciata dal segretario Angelino Alfano.
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