(...) mercoledì 14 appuntamento alle 21.30 alla Sala Carignano di viale Villa Glori, 6. «Vogliamo discutere per sapere quale sarà il nostro destino - spiega Andrea Cambiaso, che si è occupato di organizzare il ritrovo -. Sarà anche un momento dove emergeranno le voci dei giovani che si sono impegnati durante la campagna elettorale. Lobiettivo è chiaro: chiedere a Biasotti di non lasciarci». Si parte dalla barba nel simbolo arancione che tanto fece penare una parte della dirigenza del Pdl; si parte dal suo nome scritto a caratteri cubitali; ma soprattutto da quellesperienza politica fatta di attivismo e attivisti che si sono misurati con il territorio. Al Popolo della libertà ligure rimproverano immobilismo, scarso impegno per vincere le regionali, poca voglia di confrontarsi con la realtà genovese e scarso spazio ai biasottiani nellorganigramma del partito. «Idee e ideali sono quelli del Pdl, ma a noi interessa lautonomia nellazione politica sul territorio - prosegue Cambiaso -. Siamo noi arancioni che per anni abbiamo riempito le strade con i banchetti». Cambiaso cita le decine di mail che gli sono arrivate in questi giorni, le telefonate e gli incontri con chi si è impegnato nel movimento di Biasotti pronto a passare alla Lega Nord, piuttosto che a stare a casa se lesperienza arancione non andasse avanti: «Vorrei che non si perdesse limpegno del nostro presidente» e intanto ha chiesto al leader di partecipare mercoledì prossimo al confronto.
Se cè chi spinge per tornare al passato, cè chi temporeggia e cerca di dare una nuova chiave di lettura al dopo elezioni: «Siamo una forza del Pdl e restiamo tali», frena Lilli Lauro, consigliere comunale genovese eletta nella Lista Biasotti e ora componente del gruppo unico del Popolo della Libertà. Secondo lei non è il momento delle spaccature ma delle riflessioni interne, «sarà la dirigenza del partito a valutare landamento delle elezioni. Una scelta gli arancioni lhanno fatta: confluire nel Pdl. Mi sento parte integrante di un progetto nazionale e lo spazio perché gli arancioni possano esprimersi si deve trovare nel Pdl».
Lauro spiega di aver rifiutato la candidatura nella lista civica propria perché si sente parte del partito di Berlusconi. Non dello stesso avviso Lorenzo Pellerano, il 27enne che, proprio grazie alla rinuncia di Biasotti, entrerà in consiglio regionale come rappresentante della lista civica: «Mi sono sempre riconosciuto nella Lista Biasotti. Sono nel centrodestra ma ho difficoltà a trovarmi nei partiti tradizionale - racconta Pellerano che è anche consigliere municipale nel Centro Est proprio per gli arancioni -.
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