Il Pdl si divide sulle primarie Formigoni bacchetta Mantovani

Primarie per tutti. Anche per i coordinatori, a partire da quelli locali. Il governatore Roberto Formigoni non rinuncia. Nemmeno dopo l’intervento del responsabile regionale del Pdl Mario Mantovani che ieri, in un’intervista al Giornale, gli intimava l’altolà. Definendole «utili, ma solo per scegliere le cariche istituzionali, cioè sindaci, presidenti di Provincia e Regione». Una distinzione che a Formigoni proprio non piace. Perché il Pdl «deve dare un segno di novità e di apertura molto ampio e forte». Eleggendo subito nuovi coordinatori cittadini e provinciali. «Primarie per tutti - ha ricordato, citando se stesso - è un felice slogan lanciato da Formigoni e fatto proprio dal segretario Angelino Alfano. E lo ribadisco: primarie per tutti, anche per la scelta dei coordinatori del Pdl». Ricordando che il partito esiste dal 2008, anche se il congresso si è svolto nel 2009, ma da allora «i nostri sostenitori non hanno avuto la possibilità di eleggere nessun coordinatore». Stretti i tempi. «I coordinatori cittadini - ha sottolineato - si possono scegliere con la partecipazione del voto popolare prima delle vacanze a fine luglio con il metodo delle primarie. E vedo che Alfano è d’accordo». I dubbi sono, casomai, su come garantirne la «legittimità», evitando pasticci e brogli. Con Formigoni che chiede di stilare un regolamento.
Ieri, intanto, il commissario cittadino Luigi Casero ha riunito gli eletti del Pdl in consiglio comunale. Un primo incontro su cui, ovviamente, aleggia la nomina del capogruppo. Ruolo ancor più importante quest’anno per un partito passato all’opposizione. E che da lì dovrà cominciare a ricostruirsi, per trovare di nuovo il consenso dei milanesi. «Senza dimenticare comunque - ricorda un dirigente in viale Monza - che il Pdl è sempre il primo partito. A Milano, in Lombardia e nel Paese». Il capogruppo, dunque, un ruolo per il quale hanno dato la loro disponibilità tutti e tre i papabili. L’ex vicesindaco Riccardo De Corato, l’unico che può vantare una lunga esperienza all’opposizione. Erano i tempi del Msi, il Movimento sociale italiano e la repubblica era ancora la prima. A contendergli il posto l’ex assessore e papà del Pgt Carlo Masseroli, appoggiato dall’area ciellina del partito. E poi Giulio Gallera, già assessore nella giunta di Gabriele Albertini tornata di questi tempi a essere citata come esempio per il centrodestra. Ma poi Gallera ha anche già svolto, durante il mandato di Letizia Moratti, il ruolo di capogruppo. Riuscendo a «portare a casa» delibere importanti come il Piano di governo del territorio, i bilanci e quelle per l’Expo, nonostante l’aspro ostruzionismo del centrosinistra. Un impegno apprezzato dalla Moratti che aveva già pronto per lui un posto da assessore nella nuova giunta. Tre candidature «pesanti», dunque, su cui «sarà il partito a decidere». Considerando, comunque, che da assegnare ci sono anche i posti nell’ufficio di presidenza del consiglio comunale e soprattutto la presidenza della commissione di controllo per le società partecipate da Palazzo Marino. Ma dalla prima riunione è anche uscita l’esigenza di riorganizzare il partito. Non con una giunta ombra, ma con dipartimenti su tematiche specifiche.

«Presto - spiega Gallera - molti settori non si riconosceranno più nella politica della sinistra. E noi dobbiamo essere pronti a intercettare il malcontento di professionisti, commercianti, artigiani, associazioni di volontariato e sportive».

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