Prossima fermata: capolinea. L'ultimo consiglio del Municipio Levante è stato infatti caratterizzato dalla mozione di sfiducia presentata dal capogruppo del Pd Calisi verso il presidente Carleo e la sua giunta. Il documento dovrà essere firmato da una maggioranza di consiglieri per essere poi approvato in un consiglio ad hoc (da convocarsi in un intervallo che va tra i dieci e i trenta giorni) che sancirà la fine anticipata della presidenza Carleo. La storia recente del Municipio levantino ha insegnato che i colpi di scena non sono mai da escludersi, ma certo è che adesso, dopo la mozione di sfiducia, il traguardo di arrivare a fine mandato per il presidente è difficilissimo da raggiungere.
Servirà infatti un ricompattamento in extremis della maggioranza di centrodestra che nell'ultimo anno è andata sempre più sfaldandosi, perdendo anche il titolo di «maggioranza» stesso, perlomeno nei numeri. E pensare che il preludio del consiglio di lunedì sera aveva fatto presagire ad una seduta tranquilla. Il primo campanello d'allarme, invece, è iniziato a suonare durante l'appello dei presenti. Assenti il dissidente dichiarato Moretti e i convalescenti Costa e Toscanini. La matematica non è un'opinione 14 consiglieri meno 3 fa 11, niente maggioranza. Come se non bastasse la prima a prendere la parola è stata la consigliera Viani che senza giri di parole ha annunciato la sua uscita dal Pdl: «Da quattro anni chiedo di modificare il modo di lavorare ma non sono mai stata ascoltata, nemmeno dal partito. Passo al Gruppo misto per consapevolezza che il Pdl di Genova non ha saputo o voluto fare niente per questa situazione».
A questo punto al capogruppo del Pd Calisi il match ball è già bello che servito. «Rilevo nuovamente che la maggioranza non c'è, nonostante le promesse fatte - ha spiegato -. Noi ci alzeremo e ce ne andremo. Il Pd non ha intenzione di sovvertire il risultato elettorale del 2007 facendo un ribaltone. Se la giunta cadrà noi non saremo disponibili perché il nostro obiettivo sarà l'elezione attraverso il voto dei cittadini». Nel richiedere la convocazione di un consiglio ad hoc per la mozione di sfiducia - concessa senza battere ciglio da Carleo - Calisi si è soffermato sulle motivazioni che hanno portato l'opposizione a tale scelta. Le nostre critiche vanno agli assessori Gattorno e Alfieri - ha specificato - mentre ci teniamo a sottolineare il buon lavoro svolto dall'assessore Rovani (Udc ndr) nonostante la situazione difficile». A questo punto è toccato al presidente Carleo mettere un po di chiarezza dopo un inizio di consiglio bollente. «Per quanto riguarda la situazione della consigliera Viani il partito non c'entra, non ha potuto dialogare perché lei non ha mai avuto il rispetto di presentarsi ai tre incontri in cui è stata invitata». «Sono stata invitata una volta sola ed ero in ferie», ha subito risposto Viani, scatenando la rabbia di Carleo «Non mi devi interrompere!», alla quale la consigliera ha replicato abbandonando l'aula. «Costa sta male e Toscanini non ha mai detto di non appoggiare la maggioranza ma solamente di non essere disposto a fare la stampella - ha proseguito Carleo -. Quindi togliendo solo Moretti e Viani restiamo in 12, ovvero maggioranza. Ho pensato di dimettermi non lho fatto perché molti cittadini mi hanno chiesto di andare avanti. Se però ci sono i numeri per dare la sfiducia, procedete pure».
A questo punto la parola è passata all'assessore Alfieri che nel replicare alle accuse rivoltegli da Calisi non ha usato mezzi termini. «Quello di Calisi è stato un intervento sgradevole e scorretto - ha tuonato -. Assistiamo a degli spettacoli osceni che rendono la politica una vera porcata». La catena di causa effetto scatenata dalle dichiarazioni di ogni consigliere, è proseguita con Raffaelli (Nuova Stagione). «Chiedo ad Alfieri un linguaggio più consono perché mi sento offeso e non lo accetto - ha replicato stizzito -. Mi associo all'attestato di stima di Calisi verso l'assessore Rovani per come ha lavorato e vorrei spezzare anche una lancia in favore del presidente Carleo che a livello personale mi ha sempre dimostrato impegno e disponibilità».
Dopo i ringraziamenti dell'assessore Rovani, «Ringrazio che sia stato riconosciuto il mio lavoro che è sempre voluto essere limpido e trasparente», il consiglio sarebbe dovuto terminare vista l'annunciata intenzione di allontanarsi da parte del centrosinistra.
E invece è proprio Calisi a tornare sui suoi passi: «Restiamo perché il presidente ha dato la disponibilità a convocare il consiglio sulla mozione di sfiducia».
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