Il Giornale strappato in piazza in segno di disprezzo, forse anche di invidia. Il Giornale bersaglio di chi non condivide le idee degli altri e preferisce bruciarle, calpestarle, schiacchiarle nel nome della democrazia, della solidarietà, del rispetto. Sono quelli che hanno solo una verità, la loro. E che amano solo una libertà, la loro. Per eludere le leggi, per fare i prepotenti e gli arroganti. A Genova, poi, ci riescono benissimo grazie a chi questa città la governa. Lepisodio di venerdì - che nelle nostre pagine è stato riportato domenica - segna quanto una città che si loda e imbroda del termine democrazia e che vanta di essere «medaglia doro della Resistenza» di quei valori ne tenga conto solo quando gli viene comodo.
Si sarebbe dovuto attendere condanne al gesto da parte delle istituzioni che il valore del rispetto dovrebbero insegnarlo, ma nessuno si è fatto sentire dalle nostre parti. Ad esprimere la propria vicinanza al nostro quotidiano, invece, sono stati solo il coordinatore regionale del Pdl Michele Scandroglio e il gruppo consiliare del Popolo della Libertà in Regione Liguria. Gli unici che hanno sentito il dovere di esprimere solidarietà al Giornale, ma soprattutto al patrimonio dei suoi lettori che venerdì sono stati calpestati e villaneggiati. Il tutto con il compiacimento di chi guida città, provincia e regione che hanno fatto finta di non vedere, sentire, tantomeno leggere.
«Mi colpisce la violenza del rifiuto del dialogo oltre che del gesto - commenta Michele Scandroglio -. Non sono solo solidale nei confronti del Giornale e dei suoi lettori ma anche preoccupato». «Esprimiamo tutta la nostra indignazione per il gesto che vogliamo definire vile e vigliacco» scrivono i consiglieri regionali del Pdl, «il fatto ancora più grave, secondo noi, è che questi episodi vengano tollerati con lassordante silenzio degli amministratori locali che con il loro comportamento avvallano questi episodi. (...) Vi ringraziamo per tutto il lavoro che fate quotidianamente.
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